È davvero un bene il ritorno di p. Enrico Moscetta per Trani, in un momento così delicato, tra ripresa dopo la Crisi ma insistente sprofondamento in un abisso di nulla, specie per i giovani.

Torna dopo aver passato 22 anni a San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, terra dura, terra dei fuochi, terra dei Casalesi. Torna come padre Superiore nella comunità dei Barnabiti, nel Santuario della Madonna del Carmine.

In verità p.Enrico era riapprodato a Trani già da oltre due mesi, in piena pandemia (atto II) e la notizia del suo ritorno era passata quasi sotto silenzio per gran parte della comunità, presa da blocchi, chiusure, silenzi, anche dell’animo, paure.

Nella sua passata permanenza a Trani, a cavallo tra gli anni 80 e 90, p. Enrico aveva dato vita ad un foltissimo gruppo di giovani (e non) che lo seguiva in incontri settimanali e / periodici.

Dotato di un carisma particolare, da sempre vicino al movimento dei Focolarini fondato da Chiara Lubich, capace di attrarre con una dialettica avvolgente ed efficace, ritorna dunque nel suo ruolo nel quale a Trani, come altrove, si è sempre trovato a suo agio: un uomo “faro” apparentemente austero, ma pronto a conquistare con una capacità di battuta invidiabile, meglio ancora se ” borderline” tra italiano e romanesco (è originario di Fiuggi).

Torna dunque quello che personalmente ritengo un “fuoriclasse” della predicazione e della capacità di cogliere il senso delle parole giuste al momento giusto, partendo sempre dalle Sacre Scritture e dagli scritti dei Padri della Chiesa, che sempre cita nelle sue seguitissime omelie.

P. Enrico è tornato. Quanto ne aveva bisogno una Trani “svuotata”, come quella di questo momento storico.