La Polizia di Stato ha eseguito ieri, 22 aprile, la cattura di 3 soggetti tranesi, due uomini di 37 e 49 anni ed una donna di 42 anni, per i reati estorsione e attività illecita di parcheggiatore abusivo.

Le indagini erano partite su impulso diretto della Procura della Repubblica di Trani che, nell’ambito di una più ampia azione mirata a contrastare il parcheggio abusivo, aveva avviato mirati e specifici accertamenti istruttori volti a monitorare anche con ausilio di attività tecnica il fenomeno illecito.

La Procura della Repubblica di Trani ha quindi fatto partire una immediata indagine durata alcuni mesi in cui gli operatori del Commissariato di P.S., coadiuvati dalla Polizia Scientifica, hanno documentato le modalità estorsive con le quali i 3 ottenevano con la forza della minaccia il pagamento di una somma di danaro per parcheggiare nella zona porto, Cattedrale, Castello Svevo da parte di ignari automobilisti in specie turisti.

Fingendosi parcheggiatori regolarmente autorizzati, gli investigatori hanno accertato che i 3 si avvicinavano agli automobilisti con modalità sempre identiche: dapprima si adoperavano per indicare il posto libero nelle strisce blu, quindi si avvicinavano alla vittima e con minacce quali “se vuoi stare tranquillo”, essa doveva pagare una somma necessaria a garantire la sicurezza dell’auto.

In altre circostanze costoro si facevano garanti della “incolumità dell’auto” durante la sosta, dietro pagamento di un obolo.
Erano numerosi gli espedienti estorsivi messi in campo: in una circostanza le minacce dive
ntano esplicite: “Se volete che la vostra macchina resti integra e sicura, dovete pagare me”.

I 3 erano già stati raggiunti dal provvedimento del DACur emesso dal Questore della provincia Bat che dispone il divieto di accesso a determinate zone della città ma, a tale misura non idonea a frenare l’azione illecita, si sono aggiunti gli odierni arresti. I 3 devono rispondere di estorsione, attività illecita di parcheggiatore abusivo e violazione del DACur.

Dopo le formalità di rito 2 di loro sono stati associati alla Casa Circondariale di Trani mentre la donna è stata ammessa al regime degli arresti domiciliari.