È stato elaborato con l’intento di fornire una maggiore tutela alle vittime di violenza di genere, agendo sul “fattore tempo” ed inasprendo le pene per i responsabili. Parliamo del cosiddetto “Codice Rosse”, la legge entrata in vigore il 9 agosto scorso, che introduce modifiche al Codice Penale e al Codice di Procedura Penale in materia di maltrattamenti e femminicidi.

Indagini e procedimenti più rapidi, rafforzamento delle misure cautelari nel caso di violazione del divieto di avvicinamento, introduzione del reato di “revenge porn” e condanne più pesanti per violenza sessuale e atti persecutori sono solo alcune delle novità inserite dalla nuova legge che, pur essendo stata concepita certamente con le migliori intenzioni, contiene tuttavia al suo interno ancora delle imperfezioni tecniche. Anche di questo si è discusso nell’incontro formativo organizzato da Telesveva con l’Ordine dei Giornalisti che si è svolto ieri, a Trani, nella sede della Fondazione Seca. Tra i relatori che hanno ripercorso la strada tracciata dal Codice Rosso nell’Ordinamento italiano e come ha cambiato il potere d’azione della magistratura, il Capo della Procura di Trani, Antonino Di Maio.

Punto fondamentale nel perseguire questo tipo di reati rimane la denuncia della vittima. Ed anche sotto questo aspetto il Codice Rosso ha introdotto delle novità importanti.

Nel servizio le interviste.