I carabinieri del Ris di Roma hanno escluso la presenza di tracce ematiche sull’ingessatura di Gianluca Napoletano, il 19enne tranese finito in carcere per l’omicidio di Biagio Zanni, riconducibili al giovane assassinato. Questa  una delle motivazioni su cui si basa  l’istanza di scarcerazione di Gianluca Napoletano, il giovane coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio di Biagio Zanni, morto il 20 settembre durante una rissa finita a coltellate sulla banchina del porto.

Il  gip del Tribunale di Trani, Rossella Volpe,  ha accolto l’istanza e ha sostituto la misura carceraria con gli arresti domiciliari. «Nonostante la gravità del fatto – ha dichiarato il giudice per le indagini preliminari – le esigenze cautelari si sono attenuate e possono esser salvaguardate con la misura meno afflittiva dei domiciliari in ragione dello stato di incesuratezza di Napoletano, della giovane età e del tempo trascorso dall’esecuzione della misura cautelare, il quale, ancorchè breve, si ritiene abbia costituito efficace remora».

Sulla gessatura dell’avambraccio che  Napoletano aveva il giorno della rissa, i Ris hanno escluso la presenza di tracce di sangue di Zanni. Secondo Antonio Florio – avvocato difensore di Napoletano – in 19enne non infierì su Zanni colpendolo col gesso «ma intervenne al solo fine di troncare il prosieguo della lite». A conferma di questo, secondo i il difensore, le dichiarazioni di un testimone oculare e di un altro giovane coinvolto nella drammatica rissa. Rissa che per i carabinieri e il sostituto procuratore di Trani, Marcello Catalano, avrebbe avuto origine per le provocazioni di un amico di Zanni nei confronti di un gruppetto di giovani tranesi che poi avrebbe risposto coinvolgendo lo stesso Zanni corso in aiuto del compagno.