Ha fatto parecchio discutere l’opinione pubblica la notizia sui presunti falsi diplomi e titoli con indagini e arresti a corredo. Ora però la domanda che rivolgo ai lettori, seguita subito da un’osservazione obbligatoria, è molto semplice ma pretende risposte: a che punto è la “notte” del sapere o comunque il percorso intrapreso dalle famiglie per il raggiungimento delle conoscenze dei propri figli o congiunti vari? Ma voi paghereste un diploma o una laurea, ora al di là di come finirà la storia raccontata ieri dalla cronaca, per i vostri figli? Nel senso che, qualora andiate ad accertarvi che alla “spesa” non segue effettivamente la conquista di competenze, conoscenze, capacità acquisite sul campo che solo un vero studio sudato (e ben guidato) può dare, davvero vi sobbarchereste in una spesa così grande con il rischio delle prospettive dimezzate a causa di conoscenze di fatto non assorbite, quindi ipoteticamente non spendibili sul mercato e nel mondo del lavoro?
Un settore quest’ultimo, divenuto ancora più spietato e selettivo che in passato. Le raccomandazioni “politiche” spesso ce lo hanno insegnato, e per politiche non intendo solo assicurate necessariamente da un uomo di partito. Intendo dire che spesso le famose raccomandazioni, accompagnate anche di solito da titoli “comprati”, di solito le “patologie” camminano insieme, sono “a scadenza”. Finché è in auge il padrino politico o il barone universitario che ti ha fatto andare avanti, la carriera si è protratta. Se per un qualsiasi motivo il padrino è caduto in disgrazia o è venuto meno o ha perso il consenso, i raccomandati hanno perso quota e carriera ed a quel punto, pure il titolo comprato é divenuto carta straccia. È un po’ come la vicenda di Cenerentola: a mezzanotte è finita la magia. Da sottolineare poi che, pur volendo, non ci sono manco più quei politici “potenti” di prima Repubblica o inizio seconda, che erano in grado di garantire posto fisso e carriere a tempo indeterminato vere. Oggi, un po’ per incapacità, un po’ per stitichezza nell’elargire favori, i politici pensano solo a sé stessi ed alla propria ristrettissima cerchia (figli ed al massimo amici di merende) e non vanno oltre le raccomandazioni per contrattini a tempo.
L’osservazione finale è che indagini come quella emersa ieri, non devono assolutamente oscurare il lavoro di persone che da anni lavorano nel settore privato della didattica online ed in presenza e lo fanno in modo trasparente ed ottenendo risultati concreti. Penso a realtà tranesi come quelle in cui operano da anni Terry Boccuzzi (Moravia) o Francesco De Noia (E – Learning oggi ed Unicusano in passato), quindi, al netto dell’inchiesta emersa ieri e di cui non sappiamo l’esito finale, è bene non accanirsi su tutto il settore con commenti affrettati e realizzando il proverbiale fascio che raccoglie tutta l’erba, senza distinzioni.



































