Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Raffaella Merra, vicesegretario Azione Trani, sull’inchiesta Mercimonio:

«I tranesi vogliono la verità e io da sempre mi sono battuta per far prevalere la trasparenza e l’onestà
tanto da essere stata perfino definita “vastasa” da un “professionista specializzato nella gestione e cura del verde” per usare la qualifica esatta specificata dal vicesindaco Fabrizio Ferrante nella nota stampa di risposta al centrodestra in merito alla vicenda giudiziaria “mercimonio”.
In qualità di ex assessore al verde e attuale vicesegretario di Azione Trani mi sento in dovere di precisare quanto segue:
che cosa stava dicendo di male il centrodestra nel suo intervento in consiglio quando chiedeva di far seguire le pratiche del verde all’agronomo pagato con i soldi dei tranesi?
Perché il vicesindaco non ha specificato in consiglio che non si poteva dare l’incarico all’agronomo perché esisteva una diffida del segretario generale ad affidare incarichi all’agronomo Guerra perché ne aveva ricevuti troppi proprio dal Dirigente del comune?
E quando il dirigente affidava tutti questi incarichi all’agronomo il vicesindaco dov’era? Ha dovuto aspettare la diffida del segretario? Non poteva evidenziare quello che stava succedendo magari consultando l’albo pretorio?
È stato facile dire che siete stati bravi a non affidare all’agronomo incarichi “perché non si poteva fare”, senza però specificare il perché.
Il vicesindaco sapeva bene il perché, visto che ha assistito molte volte in Comune al mio essere “vastasa” in quanto evidenziavo che a Guerra venivano dati troppi affidamenti diretti e che venivano pagate fatture del verde senza che venivano svolti i lavori.
Di questo ho messo a conoscenza il segretario generale, il sindaco e anche gli organi preposti con tanto di documentazione e contestazioni.
Il vicesindaco, invece, chi ha messo a conoscenza? Visto i rapporti molto stretti con il Guerra? Pensa di lavarsi le mani uscendo con un comunicato stampa?
Vorrei precisare che il procuratore nell’intervista ha detto che non vi è il coinvolgimento della politica in “questo” filone di inchiesta, ed è bene che lo specifichi, perché nell’ordinanza, che invito il vicesindaco a leggere, visto che il contenuto delle intercettazioni è raccapricciante e umiliante nei confronti dei tranesi, l’assessore che viene nominato, che è espressione politica di un partito, riporta testuali parole:
-“France’, allora sta risolvendo tutto Antonio, stiamo qui… abbiamo avuto tutto dall’Amiu, è tutto fatto dai!”.
Un dipendente dell’ufficio tecnico invece evidenzia che non si poteva dare l’incarico all’agronomo perché esisteva una diffida del segretario e violava il codice degli appalti che impone la rotazione degli affidamenti.
Un altro responsabile del Comune sistema la situazione così come ha riferito l’assessore al dirigente Gianferrini.
Dunque più persone erano a conoscenza di quanto stava accadendo e le stesse potevano benissimo avvisare il sindaco, il segretario e anche vicesindaco.
Tutto ciò non è stato fatto. L’errore è partito proprio dal comune, dai funzionari e dalle figure politiche.
Perché l’assessore è espressione
politica come del resto il vicesindaco. E come tali hanno il dovere e l’obbligo di vigilare e controllare, perché un dirigente non può essere controllore e controllato.
In più i tranesi vorrebbero sapere in quale partito tempo fa si è candidato l’agronomo Guerra prima di ricoprire l’incarico di direttore al verde? E quale candidato ha sostenuto nell’ultima tornata elettorale?
Inoltre voglio ricordare al vicesindaco che il dirigente Gianferrini arriva al comune di Trani per mobilità, una scelta “politica” fatta dal sindaco (art. 110 Decreto legislativo n. 267/2000).
In conferenza stampa hanno anche evidenziato la consuetudine di ricorrere a più affidamenti diretti (proprio come accade nel vostro entourage) per evitare le gare pubbliche e garantire alle imprese compiacenti i lavori.
Come quelli fatti in favore di associazioni vicine agli assessori e consiglieri comunali (Time out, La Quercia…). A tal proposito chiederò al segretario generale di inviarmi gli atti di tutti gli affidamenti diretti concessi.
Della nota del vicesindaco condivido solo l’ultima parte.
“Il silenzio dovrebbe essere la prima regola. Dovrebbe”.
Per chiudere vorrei ricordare a Biancolillo che prima di essere un consigliere ricopre un ruolo di polizia e che pertanto dovrebbe essere il primo a garantire la legalità e la trasparenza per conto dei tranesi che lo hanno votato.
Affermare che ogni funzionario ha la propria autonomia decisionale equivale ad andare contro il suo principio perché prima dell’intervento della magistratura ci dovrebbe essere quello degli amministratori chiamati a vigilare sugli atti. Infatti non credo che il consigliere non fosse a conoscenza del provvedimento del segretario verso Guerra visto che anche lui mi sentiva denunciare animatamente in Comune le irregolarità sul verde pubblico.
Consultando l’albo pretorio non si chiedeva il perché dei numerosi affidamenti a Guerra? Come fanno allora i cittadini ad ispirarsi, come ha scritto nella sua nota, ai “modelli positivi delle istituzioni” se proprio il consigliere è il primo a non garantire la correttezza e la trasparenza? Anche qui inviterei al silenzio per evitare magre figure».