Si svolgerà l’11 luglio nell’Aula Gup del Tribunale di Trani l’incidente probatorio a seguito della morte del giovane chef Raffaele Casale avvenuta nella notte tra il 15 ed il 16 agosto del 2017 in un incidente con la sua moto su via Martiri di Palermo a Trani. Gli indagati ora sono saliti a cinque e l’incidente probatorio punta a cristallizzare diversi elementi dopo le indagini suppletive chieste dal gip Lucia Anna Altamura che lo scorso 12 aprile ha rigettato nuovamente la richiesta di archiviazione formulata dal pm. Nominato anche il perito e cioè l’Ingegnere forense Mario Scipione.

L’allora 29enne morì dopo un incidente i cui contorno per i suoi familiari, ma ora anche per i giudici, non furono completamente chiariti. Dal 2017 non si è mai arrivati ad un colpevole ed anzi c’è stata una prima archiviazione ed una successiva riapertura delle indagini a cui sono seguite già due nuove richieste di archiviazione da parte della Procura respinte dal giudice. Una vicenda giudiziaria su cui pesa sicuramente la caparbietà della famiglia dello chef che in quella nottata di ferragosto di sei anni fa stava rientrando nel centro di Trani dopo aver lavorato ed una prima tappa in una villa fuori città con amici.

Nell’inchiesta ci sono finiti anche tre fra dirigenti e funzionari del comune di Trani insieme ad un ex amministratore di AMIU. Alla base della decisione ci sarebbe infatti la valutazione necessaria dello stato di manutenzione e della pulizia della sede stradale, della pista ciclabile, delle alberature, della pubblica illuminazione e dei segnali stradali che in quel momento caratterizzavano il punto in cui ci fu l’incidente. Tutti elementi più volte denunciati dal papà di Raffaele e cioè Felice che non ha mai creduto alla casualità bensì a fattori esterni che avrebbero provocato la caduta e la morte di suo figlio. Quinta indagata è una donna di 40 anni già presente da tempo ormai nel fascicolo d’inchiesta poiché alla guida di una vettura che procedeva quella notte su via Martiri di Palermo in prossimità della moto guidata da Casale. Per tutti l’iscrizione nel registro degli indagati è con l’accusa di concorso in omicidio stradale.