La notizia è trapelata da qualche giorno ma nessuno sembra saperne nulla, addirittura pure alcuni consiglieri di minoranza, ci riferiscono fonti attendibili, sembra fossero all’oscuro di tutto. Altro che assessori che vanno e che vengono o che minacciano, adombrano, lanciano o ritirano dimissioni. La vera notizia di cui nessuno parla riguarda Amet: azienda fondata nel 1908 con la gestione della pubblica illuminazione per espresso mandato, tramite referendum, dei cittadini tranesi che vollero affidare questo servizio proprio all’azienda di Piazza Plebiscito; è di questi giorni, dicevamo, la voce secondo la quale il Comune, tramite bando Consip, avrebbe affidato ad un’azienda terza questo servizio, quello storico, riportato pure sui libri di storia locali, dell’illuminazione pubblica.

Mentre resta sullo sfondo la polemica sulla “paternità” del nuovo AD, già protagonista in seno ad Amet con l’amministrazione Riserbato (continua il governo Riserbottaro…), con il sindaco che ha messo il suo cappello su questa nomina, mentre fonti di Palazzo ci continuano ad indicare la paternità di Tommaso Laurora (che ha già smentito nei giorni scorsi), mentre sullo sfondo resta questa diatriba formale più che altro, il tema sostanziale resta lo “smontaggio” pezzo a pezzo di Amet. Perché dopo potrebbero esserci altre componenti “smontate” dalla preziosa ma tribolata cucina compinibile di Amet: la Darsena e la gestione della sosta a pagamento, altri potenziali gioielli come risorse cittadine, ma ipotetiche “prede” di business da parte di enti esterni, così come le stesse luci semaforiche. Spero proprio che le novità strutturali cui faceva riferimento giorni fa il Sindaco, non siano ulteriori operazioni di smontaggio.

Perché non rafforzare la partecipazione di Amet nei settori sopra citati ed in più, per rafforzarsi invece che indebolirsi, non allargare il raggio d’azione dell’azienda, ad esempio nei settori del gas o della telefonia fissa?
Sarebbe ora di riaprire un pubblico dibattito serio su qualcosa che conta è resta davvero a cuore dei tranesi, invece di chiudersi nel silenzio dei (non) innocenti. Altro che il destino privato (e pubblico) degli assessori. Ieri si evocava ad esempio il nuovo assessore all’ambiente. Ma non abbiamo bisogno di un nuovo assessore yes men, ma di una nuova politica, mentalità, strategia riguardante l’ambiente (e l’Amet pure…).