Una comunità cittadina che cresce ha lieviti nascosti, fermenti che in silenzio – anzi, in questo caso cantando, ballando, recitando – agiscono per costruire una società più bella, con il potere della cultura e dell’arte che illuminano le menti, accendono i cuori ed educano alla libertà, come diceva Dante. In una vera e propria apoteosi di applausi, lacrime, sorrisi e abbracci si è realizzata una nuova impresa, culmine dell’ impegno e delle energie profuse da questa splendida compagnia in più di otto mesi, energie sottratte a tanti vuoti che oggi riempiono troppa parte del tempo delle giovani generazioni.

I trentuno i ragazzi di “A Million Dreams” hanno per due sere condiviso con un pubblico entusiasta la loro energia vitale e artistica nella rappresentazione di “Il mio nome è Pinocchio, il burattino che ha imparato ad amare”, un musical nato dalla fiaba forse più celebre al mondo, con la regia di Elio Colasanto e giordano Cozzoli.

Tolti i confini temporali all’ambientazione, in una scenografia più che degna dei grandi carrozzoni delle compagnie che attraversano i teatri in lunghissime tournée, la scelta di Pinocchio è apparsa combinarsi perfettamente con lo spirito che da poco più di due anni anima il sodalizio di questi ragazzi. Non lasciarsi incantare e abbindolare, per raggiungere i propri obiettivi, da traguardi facili, travestiti dalle spoglie di Gatti e Volpi che da sempre seducono con i metodi più subdoli: perché investire impegno, studio, sacrifici, significa prendere la strada per diventare grandi, mettendo il proprio talento sulla strada delle opportunità.

E attraverso il teatro, trattenere in sé la magia nel restare bambini capaci di continuare a sognare, di lasciare che ogni sogno ceda il posto a un sogno nuovo senza volerne trattenere alcuno; e che inaridirsi e diventare- o restare- un pezzo di legno, è un pericolo nel quale rischiamo di incorrere tutti, sempre di più.

I ragazzi per due ore hanno ballato, cantato, recitato, e, ancora, operato cambi di scena continui, di costumi, dribblato con una capacità degna degli attori, cantanti e ballerini più navigati problemi tecnici, impersonato e reinventato i personaggi con estro, intelligenza, capacità interpretativa che ha destato stupore e meraviglia, trattandosi di attori che sulla carta non sono professionisti.

Ma è apparso da professionisti l’impegno per seminare, non solo dentro di sè, in un miglioramento e completamento continuo delle proprie capacità ( chi era cantante ha imparato a muoversi in perfetta sincronia e nelle scene di ballo, e chi non aveva una gran voce nel tempo ha imparato a gestirla e modularla studiando canto, per spiegarci): «Il nostro sogno è quello di contribuire a diffondere la cultura del musical ancora troppo limitata in Italia e in particolare qui al Sud» – ci confessa Davide a nome di tutti, un Geppetto che pur giovanissimo ha trasmesso con toccante intensità l’emozione della del cammino che porta a diventare un padre. Un augurio che ha alle spalle una consapevolezza profonda, perché il giovane frequenta la Guildford School of Acting a Londra, una delle più importanti d’Inghilterra.

«È un peccato – ha aggiunto – non avere le stesse possibilità qui al sud Italia perché c’è davvero tanto talento e tanti ragazzi come me vorrebbero proseguire questi studi. Purtroppo non sono considerati studi “seri” perché non c’è futuro lavorativo e poca cultura del teatro… noi ce la stiamo mettendo tutta per cambiare un po’ le cose!»

A due anni dalla sua costituzione questa straordinaria compagnia ha continuato a costruire meraviglie sempre più convincenti e degne di diventare una bandiera di cui la Città, con gli adeguati supporti, dovrebbe andare orgogliosa; hanno combattuto con tenacia e amore, anche resistendo alla pandemia, a partire da quel sodalizio voluto da quei quattro giovani eroi che portano il nome di Rossella Scaringi oggi Presidente dell’Associazione, Vincenzo Simone Caffarella, Felice Nenna, e Saverio Verziccho, virtuosissimo coreografo, capace in numeri singoli o corali di ricreare gli spettacolari quadri che i musical sanno regalare a teatro. E invece si è addirittura arrivati all’estremo di doversi spostare in un’altra città, Bisceglie, per avere un teatro nel quale potersi esibire, aggiungendo spese e fatiche per i trasporti e le prove.

Saranno Famosi? chissà, ma dopo aver assistito alle due repliche biscegliesi e magari alle performances delle stagioni precedenti non c’e da dubitare che saranno speciali. Il teatro è una palestra di vita, resiste ai millenni, salva una umanità autentica attraverso il contatto e l’interazione col pubblico senza la barriera di schermi; e il musical una palestra ancora più preziosa, che di arti ne comprende ancora di più.

In un mondo che ha sempre più bisogno di scintille che inneschino futuro, i Millions Dreams qui a Trani sono una risorsa meravigliosa sulla quale sperare per una società migliore.