Mi ero ripromesso, in un momento tanto delicato per Trani e con problemi molto più gravi, tra denunce, minacce, registrazioni di conversazioni, pantaloni e mutande di vari politici e giornalisti inzuppati, di non trattare per un po’ le segnalazioni inerenti le buche, che, al cospetto, potrebbero apparire come “nugae” (termine per colti latinisti) o “fatuigne” (termine per tranesi amanti del vernacolo).

Io non so se le accuse (pesantissime, inutile che facciamo finta di nulla- qualcuno del governo cittadino dovrebbe emettere un fiato tra un cambio e l’altro di pannolone-) che leggiamo su FB in questi giorni andranno a segno ed io le commenterò e tratterò qualora dovessero trasformarsi in rinvii a giudizio, ma credo che tutto questo non debba distoglierci dalla gestione di oggi della cosa pubblica.

Avevo deciso di non trattare le segnalazioni da buca, ma quella di piazza Dante, anche per il valore simbolico che assume (un nuovo ingresso ad un fantomatico inferno dantesco, vista la presenza sullo sfondo del sommo poeta, tra l’altro poco onorato per il lerciume che si è condensato sulla statua a Lui dedicata) merita di finire sotto i riflettori. Quel piccolo inferno a cui conduce la voragine in foto porta al girone degli automobilisti bestemmiatori e imprecanti non contro santi o divinità, ma contro le autorità amministrative assise a Palazzo e arricchitesi in questi giorni di altre due icone poste nelle fosche nicchie della politica tranese, due nuovi assessori che ci costeranno, in due, circa 8000 euro al mese in più( in sottofondo a tal proposito potete sentire altri componenti dei gironi danteschi, sempre imprecanti).

Chiediamo dunque all’amministrazione d’intervenire tempestivamente per riparare la suddetta buca, che già da troppo tempo giace ai piedi di Dante e che già molti dannati accoglie quotidianamente (gli automobilisti imprecanti con sospensioni e gomme danneggiate).