Per il procuratore di Lecce, Leonardo Leone de Castris, “il complessivo impianto” accusatorio del processo a carico dell’ex giudice tranese Michele Nardi e di altri imputati è “rimasto assolutamente integro e non travolto dall’annullamento della sentenza di primo grado e dal trasferimento del processo per competenza funzionale ad altra sede; sarà ora l’autorità giudiziaria di Potenza a valutare gli aspetti procedurali e/o di merito”. Il riferimento del capo della Procura salentina è al processo a carico dell’ex gip Nardi, condananto il primo grado dal Tribunale di Lecce (il 18 novembre 2020) a 16 anni e 9 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Per lo stesso magistrato, il primo aprile scorso, i giudici della Corte d’appello di Lecce, accogliendo un’eccezione preliminare della difesa, hanno emesso sentenza di incompetenza funzionale e hanno disposto l’invio degli atti alla Procura di Potenza perchè i fatti contestati sarebbero collegati alla posizione processuale dell’ex procuratore di TRANI e Taranto, Carlo Maria Capristo, sotto inchiesta nel capolouogo lucano. “Pare il caso di sottolineare – scrive Leone de Castris -, anche avuto riguardo ad alcune dichiarazioni difensive di diverso avviso, che il complessivo impianto rappresentato da questo ufficio, costituito da elementi di prova (tra cui intercettazioni di comunicazioni, registrazioni di conversazioni tra coimputati, dichiarazioni di persone informate sui fatti, poi divenute testimonianze, perquisizioni e sequestro) e prove assunte in sede di incidente probatorio, in base alle quali il Tribunale si era espresso nel merito, a opinione dello scrivente e per giurisprudenza costante, sia rimasto assolutamente integro e non travolto dall’annullamento della sentenza di primo grado e dal trasferimento del processo per competenza funzionale ad altra sede; sarà ora l’autorità giudiziaria di Potenza a valutare gli aspetti procedurali e/o di merito”. “Rimango pienamente convinto – sottolinea il procuratore – della bontà del lavoro dell’ufficio da me diretto” e rinnovo “piena fiducia ai pm che hanno lavorato al caso”. “Lo scrivente e l’ufficio della Procura delle Repubblica di Lecce – conclude – nutrono rispetto per la sentenza della Corte d’Appello e stima personale per i magistrati che ne compongono il collegio; tali considerazioni valgono in egual misura anche per la sentenza di primo grado, per i provvedimenti del Gip, del Gup, del Tribunale del Riesame e per i colleghi tutti che sono stati impegnati in questo complesso procedimento”.