Se n’è andato a 78 anni lasciando una grande tristezza nei suoi numerosi amici clienti ed ovviamente tra i suoi familiari che perdono un ottimo marito, nonno, papà, ma soprattutto un maestro. Giuseppe Suriano, è di lui che parliamo, per tutti Peppino, è appartenuto a quella categoria di baristi professionali ed ottimi professionisti che ha saputo trasmettere l’arte del mestiere ai figli Riccardo e Sabino che tutt’oggi continuano a seguirne le orme.
Peppino era orgoglioso delle “cose buone”, come mi disse una volta, che il suo bar era ed è in grado di offrire ai clienti.

E la sua vita è stata tutta dedicata al lavoro, dato inizi all’insegna della gavetta, come cameriere, per farsi le ossa, in vari ristoranti, fino al salto di qualità: l’apertura di un bar tutto suo, con grandi sacrifici ed a conduzione familiare, con la moglie ed i figli sempre accanto a collaborare ed i vari ragazzi, stagionali e non, impegnati negli anni come camerieri, che lo hanno sempre apprezzato come un secondo padre. In effetti non gli ho mai sentito fare un rimprovero a nessuno di loro, ma solo dare consigli ed indicazioni, come aveva sempre fatto coi figli.

Se ne va un professionista onesto, attaccato al lavoro ed alla puntualità, che non rideva tanto ma sapeva sempre fare la battuta giusta al momento giusto, magari coi clienti coi quali era più in confidenza, rispettando e rimanendo amico di tutti, o coi ragazzi camerieri coi quali l’ho visto più volte scherzare.

Ha contribuito a diffondere a Trani, insieme ad altri pochi esperti, l’arte del gelato ed in particolare della famosa specialità andriese (l’amata Andria, sua città originaria) del “Tre nocelle” ed i trucchi per il caffè e cappuccino perfetti.

Ciao Peppino, ci mancherà il tuo saluto veloce ed il tuo andare avanti ed indietro veloce per il tuo bar, facendo in modo che fosse sempre tutto perfetto.