Senza turismo per i blocchi e le limitazioni agli spostamenti imposti dall’emergenza Covid sono a rischio i 311 tesori alimentari tradizionali dei borghi di Puglia custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia, in occasione delle ricorrenze di Pasqua e del lunedì dell’Angelo.

La Puglia è particolarmente ricca di borghi con il 33% tra i più belli d’Italia, dove si conservano le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, che incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e i 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presidi della biodiversità.

L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sulla sopravvivenza di tesori agroalimentari unici al mondo legati alla storia e all’economia dei territori, spiega Coldiretti. Una patrimonio da salvare che non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale.

Il turismo enogastronomico «è il vero traino dell’economia turistica pugliese – insiste il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – caratterizzato da 5 milioni di ulivi pluricentenari, 311 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 10 prodotti DOP, 29 vini DOC e 6 IGP, oltre a pregevoli masserie storiche, le più belle d’Italia che caratterizzano la proposta agrituristica pugliese”. Il crollo del turismo straniero in Puglia, conclude Coldiretti, ha causato un buco di circa 5 miliardi nelle spese dei viaggiatori dall’estero.