«Sono del parere che su argomenti di estrema importanza come quello in oggetto , tra cariche istituzionali, sia sempre opportuna una corrispondenza ufficiale della quale poi diffondere successivamente, ove necessario, un comunicato stampa. Ciò ritengo rientri in un galateo istituzionale oltre che personale. Verifico, invece, con stupore, sgomento ed inevitabile preoccupazione che l’Assessore all’Ambiente, precedentemente assente ad un dibattito televisivo del 18/03/ u.s., ha ritenuto di affidare ad un social network delle precisazioni alle quali, mancando, appunto, l’ufficialità di una comunicazione di un componente della Giunta Municipale fatico a comprendere che valore (legale) attribuire». Scrive così, in una nota, il consigliere comunale tranese e capogruppo della Lega Giovanni Di Leo.

«“Prendendole per ..buone” mi permetto di far osservare, che, quel che deve preoccupare, tutta la cittadinanza, è l’affermazione secondo cui all’interno della discarica si sarebbe provveduto a “all’intervento di ripristino della impermeabilizzazione della parete del III lotto, in corrispondenza del pozzo P6V, ove SI PENSA CI SIA LA ROTTURA che ha causato l’inquinamento della falda acquifera”. Ora, so bene, che l’italiano è una lingua complessa ma le sue regole grammaticali sono ferree. Il termine “ci sia” vuol dire che la rottura della parete rocciosa è ancora presente! Il termine “si pensa” vuol dire che non vi è alcuna certezza! Non si era mai parlato dal 2015 sino ad oggi di questo punto di rottura della parete rocciosa della discarica da parte dell’amministrazione comunale. Rifletto e dico fra me stesso vuoi vedere che la fretta di questo comunicato deriva dal mio articolo che ha denunciato l’esistenza di una frana del costone roccioso avvenuto nel 2014 per motivi naturali che fu causa dell’inquinamento.

Ma all’assessore all’ambiente, chi scrive i comunicati? ed Dirigenti/tecnici comunali e dell’AMIU spa, ancor oggi “pensano” che ci sia la rottura? Ma mi chiedo e Vi chiedo, secondo questi signori l’impermeabilizzazione, che era presente al momento dell’evento, come mai era lacerata e collassata? Io credo che lo sappiano, e da tempo, che c’è stata la frana del costone roccioso a ridosso della nascosta cavità carsica. Ne deriva, evidentemente, che qualcuno in passato ha nascosto con intenzionalità il problema della frana ed ha predisposto il ripristino della impermeabilizzazione chiudendo “alla buona” (come si dice a Trani) la zona franata.

Non aver risolto il problema strutturale e averlo solo “coperto” significa non aver eliminato il potenziale pericolo, anche in considerazione di quanto appreso – giusta delibera di G.M. nr.15/2021 peraltro non votata dall’Ass. all’Ambiente – che si vuole realizzare un impianto di trattamento del percolato che immetterà circa 12.000.000 di litri (avete letto bene….dodici milioni di litri) all’anno di “concentrato del percolato” all’interno del III lotto.
Diventa quindi assurdo annunciare l’inizio dei lavori della messa in sicurezza della discarica e contemporaneamente , circa il problema della frana , annunciare che “il Comune ha commissionato il progetto esecutivo per la riparazione ed ha chiesto alla Regione la possibilità di utilizzare le risorse del quadro economico”.

Quello che era il problema principale e preliminare da risolvere per la messa in sicurezza della discarica cioè la riparazione della zona a suo tempo franata per motivi naturali era stato nascosto persino ai progettisti della messa in sicurezza, tanto da dover correre ai ripari con una progettazione aggiuntiva ed utilizzo dei ribassi d’asta. Si rende inevitabile, pertanto, sollecitare alle SS.VV., ciascuna per quanto di competenza, una risposta formale a tutti i quesiti posti con la presente nota per la quale preannuncio che in caso di mancato riscontro, mi vedrò costretto, ad agire come per legge».