Rispetto all’ultima puntata della rubrica “Barba e Capelli”, pubblicata su questa testata in data 9 febbraio, dedicata alla questione delle commemorazioni relative alla Giornata della Memoria, vorrei fare una precisazione.

La mia idea di evento organizzato per il 27 gennaio era basata su di una manifestazione pubblica, con massime autorità presenti e rivolta a tutta la cittadinanza, in modo solenne, ufficiale, magari inserendo, in quella cornice specifica, l’intervento di un docente o uno storico o un testimone diretto dell’Olocausto. È chiaro che aspettandomi un evento istituzionale di tale natura, ritenevo altre manifestazioni, pur reclamizzate dalle testate, compresa questa, di taglio e profilo diversi, gestiti da singoli e privati soggetti, degnissimi, ci mancherebbe, ma inevitabilmente rivolti ad un pubblico ristretto, di nicchia (teatro e librerie).

Le introduzioni dell’assessore alla cultura portavano certamente un “refolo” istituzionale, con rappresentanza dell’Amministrazione, ma con una posizione che mi è sembrata “di straforo” e non “centrale”, rispetto alla gestione di un evento commemorativo. Tutte considerazioni, le mie volte ad una differente organizzazione e sensibilità per il futuro.