Nino Losito ci ha lasciati. Lo conoscevano tutti a Trani. Una vita spesa per alcune delle passioni che ti piace condividere con quelli come lui: la radio, il giornalismo sportivo, il calcio femminile, le bellezze del passato di Trani, la pallavolo, l’amicizia sincera.
Altrove avete già letto la sfilza d’incarichi, riconoscimenti, impegni nell’ambito delle categorie federali dello sport (del calcio in particolare) e del giornalismo. Io lo voglio ricordare partendo dalle radiocronache effettuate per l’emittente radiofonica Radio Bombo, di cui fu socio e attivo giornalista ed intrattenitore. Io cominciai così a fare il giornalista. Gli davo la linea da studio nella trasmissione sportiva della domenica ed il lunedì ascoltavamo le interviste che aveva realizzato a fine gara.

Sempre a Radio Bombo per un lungo periodo condusse un divertente programma di musica, al mattino, in cui dava notizie e al tempo stesso programmava dischi un po’ datati, magari legati alla sua gioventù e al tempo stesso si rivolgeva agli spettatori con quel suo stile informale, affabile, colloquiale. Nino è stato un uomo di grande correttezza e rigore morale: mi ricordo che anche quando dirigeva la radio con Felice Valenziano, pretendeva il rispetto delle regole e la professionalità. Una volta giustamente mi fece multare perché in una delle mie prime dirette in radio, sbagliando i tempi tra un brano ed un collegamento, non gli diedi più la linea (e la partita nel frattempo era finita) preso dalle richieste musicali delle radioascoltatrici. Alle cene di Natale organizzate dagli editori di Radio Bombo ricordavamo sempre con divertimento quell’episodio, che dimostrò anche la generosità di Nino: alla fine mi permise di continuare a condurre il programma senza sospensione (me la cavai, come detto, con una blanda multa) per averlo lasciato in un palazzetto vuoto, senza dargli più la linea. Ovviamente mi scusai e lui capì il mio sincero pentimento, in modo paterno.

Mi ricordo che ogni incontro con lui si apriva e si chiudeva col suo immancabile sorriso e quel suo: “Ciao Giova”. E ci manifestavamo sempre la nostra stima reciproca anche quando in questi ultimi anni, mi chiamava per scrivere qualche articolo. Credo che le sue più grandi gioie siano arrivate dagli irripetibili anni 80 in cui fu uno dei “motori” della squadra femminile di calcio. In quelle occasioni e nelle rimpatriate che seguirono negli anni, legate a quel mondo, ho visto la felicità vera, reale, sentita negli occhi di Nino.

Anche stavolta lo voglio salutare così: “A te la linea Nino. Da Trani, la tua Trani che tanto hai amato, è tutto. Ti ricorderemo sempre, caro Nino”.