Almeno una volta arrivava un annuncio, una “mossa”, come si dice da queste parti, un cenno da libro dei sogni in consiglio comunale con qualche assessore più coraggioso ( oggi merce rara, anzi assente) che trovava uno spunto per parlarne. Almeno parlarne. Perché oggi del recupero della Chiesa di San Domenico, una delle più suggestive ed importanti di Trani, la bella San Domenico come recitava uno spot, non se ne parla nemmeno.

Quando attraverso il piazzale antistante la villa Comunale e guardo transenne e recinzioni avverto un malessere, un senso di oppressione. Mentre altri cittadini, a cominciare dalle varie autorità, sembra che diano per scontato e naturale che debba rimanere così come appare ora, transennata, sbarrata, abbandonata.

Il valore storico ed artistico è ben conosciuto da tutti i tranesi, anche per i “profani” in fatto di arte. Ho bei ricordi legati a questa chiesa: il sacerdote un tempo responsabile che la curava gelosamente come un gioiello, l’indimenticato austero e rigoroso ma amabile don Intrigillo. L’impegno di Giuseppe Curci e Felice Spaccucci per organizzare la festa di San Pio. La mia scuola Baldassarre che tenne concerti da parte dei ragazzi, con mio figlio impegnato come solista e tanti altri nostri studenti che ebbero a disposizione una cornice preziosa, sentendosi peotagonisti in una città d’arte che poteva offrire loro quel proscenio solenne.

Ricordo questo spazio immenso ma che non allontanava dal raccoglimento, la copia perfetta della Sacra Sindone, i preziosi quadri e sculture. Se invece di continuare ad invitare decine di scrittori si decidesse di fare qualcosa di davvero utile per la Cultura tranese, in collaborazione con la Diocesi, che di fatto risponde della struttura sacra,( ma ricordo di assessori che se ne occuparono in passato), credo che ci si debba rimboccare le maniche per intraprendere per davvero e non parole, sparite pure quelle, un veloce recupero della Chiesa di San Domenico.