“Tra le tante attività della politica c’è una che riveste una particolare valenza ed è la valorizzazione dei beni della propria comunità, specie quelli storici che negli anni hanno rappresentato un periodo felice, caratteristico ed indimenticabile. La discoteca La Lampara è assolutamente uno di questi, locale di proprietà comunale, nata nella dolce vita degli anni 50 nel pieno del grande progetto turistico Tranese del sindaco Francesco Paolo Mongelli e perdurata per oltre 67 anni nelle sue mille vesti: da palcoscenico dalla musica leggera negli anni 60 (con i suoi grandi ospiti come Mina, Battisti, Gino Paoli, Fred Buongusto) ad un progetto culturale e mainstream (dai nomi Sanremesi ai grandi dj internazionali) sino al suo ultimo anno nel 2018”. Scrive così, in una nota, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Andrea Ferri.
“Perché nel 2018 quello che è stato lo spazio tranese per eccellenza, fatto di musica, cultura e cucina è stato trasformato in una vera e propria discarica a cielo aperto proprio da scelte politiche lente e macchinose che hanno portato alla chiusura del locale. È facile ricordare quei mesi nel quale l’opinione pubblica cittadina e non solo, fu spaccata tra le due strade che la stessa politica aveva indicato in un continuo braccio di ferro mediatico.
La prima era far continuare la Cooperativa Lavoratori La Lampara, attuale gestore, nata dalle ceneri della precedente società affidataria che sull’orlo del fallimento non riusciva a pagare i fitti al comune da oltre 5 anni. Infatti nel 2013, i suoi dipendenti per salvare il posto di lavoro, crearono la cooperativa ed iniziarono a pagare gran parte della situazione debitoria ereditata comprensivi proprio dei fitti al Comune.
La seconda strada era un bando pubblico per concedere questa struttura alla società più meritevole, con i giusti requisiti che potesse continuare la valorizzazione del bene.
Nel luglio 2018 vince la seconda strada: il bando pubblico. La cooperativa quindi fu obbligata a portare via tutti i beni di proprietà dalla struttura, chiudere il locale e non poterlo più custodire. Ma il bando non ebbe esito positivo, infatti tutte le società che vi parteciparono non avevano ne coperture finanziare adeguate ne quei requisiti che necessitano nella gestione di un bene così prezioso.
La struttura, quindi, lasciata alla mercé del tempo, dei ladri, dei vandali è stata trasformata in un vero e proprio rudere dove i crolli si susseguono e solo l’insegna lasciata fuori ricorda i bei tempi che furono. Ma anche il danno economico è ingente: non solo il comune non ha recuperato l’intera somma debitoria del vecchio gestore (che la Cooperativa stava pagando), non solo per ben due anni la struttura non ha fruttato alcun euro alle casse comunali ma soprattutto il valore del bene stesso è crollato con il suo tetto e non solo.
Anche se viviamo un momento storico particolare dobbiamo avere la forza di guardare al futuro facendo tesoro delle scelte fatte nel passato e trovare una soluzione al più presto per riportare un locale così rappresentativo della nostra città ai fasti che merita, ad essere un polo attrattivo per tutta la Puglia, ad essere un’azienda che offre decine di posti di lavoro ed una sana rendita mensile alle casse Comunali. Dobbiamo fare in fretta perché il tempo è denaro e il cuore di ogni tranese soffre a vedere un tale scempio”.