“Ancora in campo”, come sempre, la Flai Cgil per chiedere diritti e giusto salario per i braccianti e la corretta e piena applicazione della legge 199, la ribattezzata anti-caporali. Un gruppo composto da sindacalisti passerà nuovamente al setaccio le campagne del territorio per incontrare chi è impegnato quotidianamente nella raccolta e dare informazione sui contratti e sulla loro applicazione. «Si tratta di un’azione straordinaria di presidio e di pressione nei confronti delle istituzioni affinché la legge 199 venga applicata e sia uno strumento reale di cambiamento delle modalità con cui caporali, faccendieri ed aziende colluse gestiscono buona parte del mercato agricolo», spiega il segretario generale della Flai Cgil Bat, Gaetano Riglietti.

«Questa campagna è stata organizzata vista la numerosa presenza di bracciati durante l’estate. La Flai a bordo di un furgone raggiungerà all’alba i lavoratori per informarli sulle novità legislative, su disoccupazione agricola, assegni familiari, insomma sui loro diritti perché, solo se li conoscono, li possono rivendicare. Vogliamo anche fare pressione sulla Prefettura e su tutte le istituzioni locali affinché – aggiunge Riglietti – possano partire le Sezioni Territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. In questo modo, agendo su trasporto e collocamento, sarà possibile mettere in campo anche strumenti di prevenzione, come da tempo chiediamo. Noi intendiamo proseguire la nostra battaglia per la piena applicazione della Legge 199, che può veramente sconfiggere e prevenire la piaga dello sfruttamento in agricoltura. I lavoratori da soli sono troppo deboli difronte allo strapotere di chi sfrutta. Certo, tante sono le imprese agricole che lavorano nella legalità, ma sono anche numerose quelle che costruiscono il loro dominio sullo sfruttamento della manodopera generando concorrenza sleale nei confronti delle imprese sane che preferiscono fare dell’eticità un proprio marchio distintivo».

«La Cgil, insieme alla Flai, quotidianamente lotta contro lo sfruttamento e il caporalato. Si tratta di una battaglia di civiltà per garantire ai lavoratori del settore, locali e stranieri, una migliore condizione di vita lavorativa. Oggi il caporalato e lo sfruttamento non sono presenti solo in agricoltura ma anche in altri settori produttivi, per questo la nostra è una continua azione di diffusione del valore della legalità nel mondo del lavoro contro le irregolarità diffuse», conclude Biagio D’Alberto, segretario generale Cgil Bat.