25.292 euro: tanto dovranno restituire al Comune di Trani i cinque ex consiglieri accusati di aver intascato gettoni di presenza per le riunioni della quinta commissione Cultura e Turismo, pur trovandosi da tutt’altra parte rispetto a Palazzo di Città.

A deciderlo è stata la sezione Giurisdizionale per la Puglia della Corte dei Conti con una sentenza di condanna nei confronti di Francesco De Noia (ex presidente della Commissione) e di altri quattro componenti: Domenico Cognetti, Andrea Ferri, Bartolo Maiullari e Nicola Damascelli.

I cinque dovranno restituire, in solido, parte delle somme percepite per le cosiddette “riunioni fantasma” (poco più di 25mila euro appunto) mentre il solo De Noia dovrà corrispondere, in via esclusiva, ulteriori 1.500 euro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Gli ex consiglieri sono stati condannati anche al pagamento delle spese di giudizio.

I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra il novembre 2012 alla metà del 2014 e sono oggetto di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Trani. L’11 dicembre scorso, i cinque imputati sono stati rinviati a giudizio per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico pluriaggravato e continuato.

L’inchiesta partì dall’ex presidente della Commissione Francesco De Noia, ufficiale di Marina, accusato di essersi assentato dal suo posto di lavoro alla Capitaneria di Porto di Bari per svolgere un’attività privata a Trani, dichiarando falsamente di dover presiedere ad una seduta della commissione consiliare.

Le indagini finirono poi per coinvolgere anche gli altri quattro componenti della stessa commissione ed un medico, Giuseppe Peluso, accusato di aver rilasciato un falso certificato ad uno dei consiglieri.

La tesi difensiva è che, in virtù del regolamento comunale vigente all’epoca dei fatti, non era previsto un tempo minimo di permanenza in commissione, così come il diritto ad ottenere il gettone di presenza non era legato alla partecipazione all’intera seduta.

I legali degli ex consiglieri con tutta probabilità presenteranno ricorso in Appello contro la sentenza della Corte dei Conti.

Il processo penale a carico dei cinque avrà invece inizio il 12 aprile prossimo.