Un messaggio inquietante. Forse un avvertimento, ma da parte di chi? Una domanda alla quale stanno cercando di dare una risposta gli agenti della Polizia di Stato, che indagano su quanto accaduto, nella notte tra lunedì e martedì, a Trani, in via Pedaggio Santa Chiara.

Cinque proiettili di pistola a salve, da otto millimetri, di cui due esplosi in direzione di un’abitazione: quella della famiglia di Otello Bagli, per gli amici “Pino”, presidente di una cooperativa sociale, ucciso la sera del 27 ottobre 2013 in piazza Vittime dell’11 Settembre. Un omicidio che, dopo oltre quattro anni, è rimasto senza colpevoli.

L’episodio è avvenuto intorno alle 2.30 del mattino: prima lo scoppio di un petardo, poi le pallottole che hanno fatto svegliare di soprassalto i parenti del giovane assassinato, che hanno sporto denuncia contro ignoti per minacce aggravate. Un nuovo alone di mistero su una vicenda mai completamente accertata. La vittima venne molto probabilmente ucciso per errore: cinque giorni prima dell’agguato, il 22 ottobre 2013, la stessa piazza dove l’uomo troverà la morte, fu teatro del tentato omicidio del terlizzese Gianluca Desimine, raggiunto da diversi colpi di pistola mentre era in compagnia di un amico appena uscito di prigione.
Il responsabile, Salvatore Patruno, venne poi condannato ad otto anni di reclusione. Ma sono in molti a credere alla possibilità che Bagli possa essere stato assassinato al posto del vero autore dell’agguato.

Chi ha premuto il grilletto, la sera di quel 27 ottobre, non ha ancora nè un volto, nè un nome, così come chi ha sparato, due giorni fa, contro l’abitazione della famiglia Bagli. Su quest’ultimo episodio si sta concentrando il lavoro degli agenti del Commissariato locale, che hanno acquisito le immagini registrate da alcune telecamere di sorveglianza installate nella zona. Ma al momento, sulle indagini, vige il massimo riserbo.