Nella Bat un cittadino su tre ha perso il lavoro, il dato lo si evince dal numero dei disoccupati iscritti ai centri per l’impiego della Provincia: 58.615 nei dieci Comuni su una popolazione attiva di circa 150 mila persone, un esercito al quale si aggiungono gli inoccupati, cioè donne e uomini che non hanno mai svolto un lavoro, che sono oltre 18 mila facendo arrivare a quasi 80 mila il numero di chi è in cerca di un’occupazione. Poi ci sono tutti i contratti atipici, partite iva e somministrati pari a 25 mila lavoratori. Numeri che servono a dire quanto drammatica sia la situazione occupazionale in questo territorio e quanto quello appena concluso sia un anno da dimenticare dal punto di vista del lavoro nella Bat.

Non solo, c’è tutto il tema del sommerso, lavoro nero e grigio che si nasconde dietro al sistema dei voucher che da questo punto di vista ha fallito. La Provincia di Bari per esempio (dai relativi alla Bat non ce ne sono nelle stime del Ministero del lavoro) è la 15esima in Italia per numero di buoni lavoro emessi, «la questione è capire dietro quell’ora di lavoro dichiarata all’Inps cosa c’è, secondo noi altro sommerso, ovvero pezzi nascosti di occupazione e di precarietà dilagante», commenta Giuseppe Deleonardis, segretario generale Cgil Bat.

Ma voucher a parte, ciò che preoccupa è la disoccupazione dilagante su questo lembo di Puglia che si somma alle gravi irregolarità che si riscontrano. «Dalle ispezioni dell’ispettorato del lavoro, e quindi non siamo noi a dirlo, – aggiunge Deleonardis – nel settore agricolo il lavoro nero nel territorio si attesta al 42 per cento, nel manifatturiero si sale al 66 percento, se si considerano anche le irregolarità contrattuali, così come nell’edilizia e nel terziario si sfiora il 68 percento. Una situazione pesante che si registra soprattutto nei settori che maggiormente risentono della crisi i cui effetti si sentono in tutta la Provincia ma in zone particolari come Trani, per esempio, gravi sono le difficoltà sul versante occupazionale. Il tema sul tavolo, dunque, non può che essere quello della battaglia per i diritti e la legalità che come Cgil stiamo già affrontando e sulla quale ci stiamo confrontando con i Sindaci del territorio e poi l’attenzione alla programmazione dei fondi comunitari che devono essere l’occasione per il rilancio del territorio, tema su cui stiamo lavorando per creare una piattaforma regionale. L’appello, dunque, – conclude il numero uno del territorio – è alle pubbliche amministrazioni affinché in questa fase si possa fare delle diverse risorse una vera speranza per il territorio».