Una coltellata al torace e tre colpi di arma da fuoco in punti vitali per un agguato in piena regola poichè il cosiddetto “buttafuori” aveva osato fare semplicemente il suo lavoro e cioè quello di impedire che all’interno di un noto locale della movida di Bisceglie, vi fosse una attività illecita di spaccio. E’ questa la ricostruzione della Procura di Trani dopo il tentato omicidio di un 37enne residente a Corato ma di origini andriesi, tra la notte dell’11 e 12 agosto sul lungomare Paternostro a Bisceglie. Due i fermi convalidati dal Gip e due le ordinanze di custodia cautelare per quattro giovani biscegliesi tra i 25 e 31 anni e tutti noti alle forze dell’ordine con precedenti specifici in materia di spaccio di sostanze stupefacenti e reati contro il patrimonio e la persona. Non dunque un semplice diverbio, ma un vero e proprio regolamento di conti per affermare una superiorità da manifestare e palesata da una frase che alcuni testimoni hanno riferito proprio agli inquirenti durante le indagini: «Qui a Bisceglie comandiamo noi». Il 37enne, ad ora, lotta tra la vita e la morte in prognosi riservata e l’intento, secondo gli inquirenti, era proprio quello di uccidere visto che era già stato minacciato diverse volte nei giorni precedenti all’agguato.

procura trani carabinieri cronaca_1«Quest’uomo stava compiendo il proprio dovere in modo molto serio – ha ricostruito il Procuratore di Trani, Giannella – poichè stava impedendo a degli spacciatori di introdursi nel locale facendo bene il suo dovere. E’ un episodio molto grave e non posso che ringraziare i Carabinieri di Trani e Bisceglie che hanno avuto una eccezionale capacità di assicurare alla giustizia le quattro persone. Sul posto è avvenuta una spedizione punitiva perché questo giovane aveva osato bloccare le attività illecite. Le indagini sono partite immediatamente grazie anche alle dichiarazioni dell’uomo raccolte sul luogo dell’agguato e poi con i testimoni ma l’intenzione era omicida».

Complesso ma rapido il lavoro delle forze dell’ordine che hanno assicurato alla giustizia i quattro presunti autori del tentato omicidio nonostante i primi due fermati si fossero resi irreperibili per circa cinque giorni. La vittima, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è stata attirata appositamente in un luogo appartato e dovrebbe aver subito prima la coltellata al torace e, dopo la reazione dell’uomo, tre colpi di pistola che hanno provocato lesioni al fegato ed all’intestino. La pistola è ancora oggetto di ricerca.

«La gravità di questo fatto – dice ancora Giannella – sta nel fenomeno criminale molto grave dello spaccio nei locali e dell’arroganza della criminalità che arriva ad uccidere od a tentare di uccidere pur di affermare la potenza sul territorio. Questo è un profilo criminale molto molto elevato e dobbiamo assolutamente porci delle domande su come fare a livello preventivo perchè non si può pensare di continuare a basare tutto solo sulla repressione. La società deve riflettere». Poi lo stesso Procuratore di Trani, durante la conferenza stampa, ha specificato come sia «notoria l’attività di spaccio all’esterno dei locali e molti titolari continuano a fare tentativi importanti per arginare questo fenomeno. Ma questi sono fenomeni di massa che stanno diventando sempre più incontrollabili, fenomeni di grande pericolo sociale su cui riflettere seriamente».