La Diocesi di Trani esprime la sua posizione in merito al referendum sulle trivellazioni nel mediterraneo in programma il prossimo 17 aprile, invitando a votare «Si».

Di seguito la nota del direttore Don Matteo Martire, direttore Ufficio diocesano Salvaguardia del creato:

«Sempre più alta è la preoccupazione per la salute dell’ambiente e cresce la tensione verso una cura del creato più autentica. In tal senso, papa Francesco, come un padre, ci sollecita a un’ecologia integrale che si sposi con uno stile di vita, individuale e collettivo, sobrio e con uno sviluppo sostenibile, non più dipendente necessariamente dal petrolio e dai combustibili fossili. Oggi siamo alla vigilia di un importante appuntamento elettorale che ci chiama in causa tutti, in quanto cristiani e in quanto cittadini consapevoli e attenti alla difesa del bene comune. Il 17 aprile siamo chiamati ad esprimerci in difesa del mare e della sua incolumità. Siamo invitati a votare al referendum, proposto da nove regioni (Basilicata, Puglia, Molise, Veneto, Campania, Calabria, Liguria, Sardegna e Marche) e dai comitati No Triv. È un referendum abrogativo di una legge sulle trivellazioni petrolifere, in cui si chiede se desideriamo consentire o meno all’utilizzo degli impianti esistenti, entro la fascia costiera di 12 miglia, anche oltre la scadenza delle concessioni già in atto e in caso di nuovi possibili giacimenti di petrolio o metano. Le trivellazioni avranno un impatto dannoso e incompatibile con il ritmo naturale delle comunità locali, con il turismo che auspichiamo, con la bellezza del nostro mare che tanto amiamo. Ci uniamo alla voce di altre Chiese locali, di movimenti, di associazioni, di uomini e donne di buona volontà che desiderano operare, in modo globale e sinergico, per un’ecologia integrale, perché “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” (papa Francesco).

Per difendere sora acqua perché il bene comune sia veramente tale, di tutti e tutte, perché il creato sia fonte di stupore e gratitudine e non di interessi economici, perché la ricerca delle risorse si possa condurre in direzioni diverse, libere da combustibili fossili, perché la sfida ambientale che il nostro tempo vive sia presa sul serio da economisti come da politici, partecipiamo all’appuntamento referendario, consapevoli di dover esercitare un diritto e dovere democratico, con avvedutezza e lungimiranza.
Chiediamo a tutti di informarsi sul quesito referendario e di recarsi alle urne il 17 aprile per votare SI al referendum. L’acqua, il creato, la bellezza senza prezzo del nostro mare, la salute della gente ce ne renderanno grazie».