Quando la realtà supera ogni immaginazione, allora sta alla finzione teatrale raccontare il vero. L’uomo-attore del proprio destino, dietro una maschera e dietro uno schermo, racconta la verità.

Pomeriggio d’urto – La tv logora chi non la fa è questo. Una terapia collettiva come quella evocata dal titolo per cercare una cura partendo dal virus. E il virus esplode negli spettacoli quotidiani dei pomeriggi televisivi circensi fatti di voyeurismo esasperato, casi umani, ricerca spasmodica della notorietà senza qualità e scoperta di talenti ad ogni costo. A dirigere tutto e tutti, presentatori e conduttori costruttori di scoop ed esclusive a tavolino. Autori di una realtà apparecchiata per com-muovere, per muovere gli spettatori in direzione di un dolore che è sempre degli altri, per insegnar loro a rappresentarlo e a metterlo in scena senza provarlo davvero.

Ecco che allora la vera tragedia è quella fuori dalla scena, dietro le quinte, a riflettori spenti. La vera tragedia si consuma ogni giorno davanti agli schermi. Qui la ribellione dei buonisti moralizzatori è finta quanto il dolore e non serve a nulla. Quel che servirebbe davvero è un resettaggio, un ripristino del sistema, per dare all’umanità un’occasione per rinascere e ripartire e magari fare meglio.

Pomeriggio d’urto non vuole essere né una soluzione né un modo di puntare il dito per chiamare i colpevoli alla sbarra. Non c’è spazio qui per le accuse ma tutt’al più per i mea culpa. Pomeriggio d’urto vuole essere una zoomata in avanti sulle vite di ciascuno per vedere da vicino dove siamo arrivati e verso quale punto di non ritorno ci stiamo dirigendo. E di qui magari trovare, assieme, una via di uscita e di ripartenza.

La vicinanza tra attori e pubblico – peculiarità della scena e del linguaggio teatrale –  permette ai primi di riflettersi nel secondo e viceversa. Guardare e guardarsi senza pareti, senza ostacoli, senza schermi per vedere in quello speculum la propria immagine riflessa e con quella fare i conti.

È proprio lì che si gioca tutta la verità del teatro: fare della finzione uno strumento di zoom out straniante. Allargare il campo per vedere il quadro dell’umanità nella sua interezza e, con occhio critico, ritornare sul dettaglio per modificarlo cambiando tutta la scena.

Pomeriggio d’urto è una proposta – in forma di spettacolo –  di catarsi collettiva e condivisa, per liberarsi da una quotidianità tossica, senza la presunzione di essere la soluzione ma con l’intento di mettere a fuoco i margini, i confini tra la realtà vera e la finzione costruita.

Pomeriggio d’urto è una produzione di I’M Teatro e Il Cielo di Carta. Lo spettacolo è nato da un’idea di Annamaria Di Pinto e Attanasio  Finiguerra, scritto e diretto da Annamaria Di Pinto con Annamaria Di Pinto, Pina Bellano, Guido Scopece, Lucia Amoruso e Caterina Di Leo.

Lo spettacolo è stato finanziato con successo sulla piattaforma i crowdfunding Ulule e debutterà il 21 e il 22 ottobre presso il Teatro Luigi Sturzo di Bisceglie e successivamente il 4 e il 5 novembre al Teatro Keiros di Roma.

Partner dello spettacolo anche le aziende private Comunicando Magliocco, Bisceglie Approdi Spa, Vineria per Passione, Smoke & co., Mix Market, Ottica Cavour, Photo Max e Pharma Corner Parafarmacia.