Il giorno 8 aprile, presso l’Auditorium della Scuola Secondaria di Primo Grado “Rocca Bovio Palumbo”, si è tenuto un incontro con Andrea Iacomini, giornalista e portavoce nazionale dell’Unicef sul tema “Essere bambini nelle zone di guerra”. L’incontro si inserisce nel percorso di sensibilizzazione e promozione della cultura della pace in questo periodo tristemente segnato dalle guerre in Ucraina, in Medio Oriente e in tante altre parti del mondo.

Il Dirigente Scolastico, professor Giovanni Cassanelli, ha accolto le classi 2°A, 2°I, 3°A e 3°C e introdotto l’incontro con una riflessione sul ruolo della scuola nell’attuale contesto geopolitico: se non possiamo costringere i capi di Stato a sedersi intorno a un tavolo per scegliere la pace, possiamo essere consapevoli affinché questa generazione diventi una futura classe dirigente in grado di promuovere azioni di pace e non di guerra. Proprio questo è uno dei principali obiettivi che la nostra scuola si pone. Tale incontro, come il progetto legalità, l’Erasmus e tutte le azioni della nostra scuola, promuove la costruzione di una cultura di pace tra gli Stati e al loro interno.

Il dottor Iacomini, dopo aver ringraziato per l’invito, ha raccontato agli studenti le situazioni che quotidianamente l’Unicef attenziona e affronta. Attraverso il dialogo con gli alunni, ha messo a confronto la realtà del loro vissuto, caratterizzata da tranquillità, libertà, serenità, amicizia, sicurezza, solidarietà, uguaglianza, diritto allo studio e alla cura con le privazioni vissute dai minori che vivono in zone di guerra. Tutto ciò che per i nostri alunni appare scontato, in tali contesti diviene un lusso. In particolare, il dottor Iacomini ha descritto la condizione dei bambini soldato e delle spose bambine. I primi vengono arruolati negli eserciti dei Paesi in guerra con compiti non solo militari ma anche di gestione delle cucine e del campo; le bambine, invece, a causa delle drammatiche condizioni socio economiche delle famiglie di appartenenza vengono date in moglie ad emiri o sceicchi in giovanissima età. Qual è il ruolo della comunità educante a fronte di tali tragedie? La costruzione della conoscenza e della consapevolezza affinché la nuova generazione vada a costituire una classe dirigente capace di ascolto e di dialogo, ferrea nell’opporsi all’idea di guerra come strumento di risoluzione di qualsiasi problema. La guerra non costruisce la pace ma crea solo vittime innocenti tanto tra i vincitori quanto tra i vinti. I bambini di tutto il mondo devono riappropriarsi della loro infanzia e dei loro sogni, ma perché ciò avvenga è necessario l’impegno di tutti.