Anche per il corrente anno scolastico, la scuola “Rocca Bovio Palumbo” partecipa ai “Programmi Antiviolenza: Nike 3”. Tali programmi sono promossi dal Centro Antiviolenza Save della Cooperativa promozione sociale e solidarietà in collaborazione con l’Ambito territoriale Trani-Bisceglie, in partenariato con il nostro Istituto e prevedono attività laboratoriali e seminariali rivolte agli studenti, sul tema delle relazioni sane al fine di prevenire fenomeni legati alla violenza, al bullismo e al cyber bullismo. Gli incontri sono stati tenuti da un’equipe composta sa assistenti sociali, psicologhe ed educatrici, le dottoresse Giovanna Capurso, Valentina Achille, Tania Sotero e Ilaria Langiano.
Dopo aver presentato il Centro antiviolenza e il suo operato sul territorio di Trani, le esperte hanno avviato gli incontri con la visione di cortometraggi emotivamente coinvolgenti sul tema delle relazioni, guidando gli alunni alla definizione di una relazione sana in contrapposizione a relazioni non sane che spesso sono il preludio a situazioni di prevaricazione e violenza.

Quali i campanelli di allarme di una relazione non sana? Il senso di insicurezza e la bassa autostima di uno dei partner, l’egoismo, la mancanza di comunicazione, la possessività, i pregiudizi e gli stereotipi di genere, sino alla violenza che può essere psicologica, economica, verbale e addirittura fisica.

Nelle relazioni sane, che siano di amicizia o sentimentali, ci si dà spazio, riuscendo a mantenere anche altre relazioni, ci si incoraggia reciprocamente, dandosi fiducia e i problemi si risolvono insieme. Al contrario, in una relazione non sana, il partner più fragile tende a credere che la dipendenza sia una prova d’amore, la vita sociale è limitata alla sola coppia, il rapporto è caratterizzato dalla paura di qualsiasi cambiamento, dominano gelosia, possessività, paura della concorrenza e si tende a darsi la colpa a vicenda nelle diverse situazioni problematiche.

Come uscire da un “non amore”? Il primo passo consiste nel prendere coscienza che quella che si vive è una relazione che provoca sofferenza; bisogna pendersi cura di sé stessi e della propria autostima, rinunciare al bisogno di cambiare l’altra persona, imparare a dire no e dire sì solo quando si è realmente d’accordo con il partner, non dimenticare mai che l’amore non può essere a senso unico.

Le ragazze e i ragazzi devono sapere che chiedere aiuto non è una vergogna, ma una necessità. Devono individuare nei genitori, negli insegnanti, negli educatori che li guidano, un adulto di riferimento col quale confrontarsi e a cui chiedere aiuto prima di trovarsi in situazione di grave difficoltà. Agli adulti il compito di fornire ascolto, guida e, soprattutto, un esempio positivo. Le relatrici hanno concluso gli incontri con il seguente messaggio: “L’amore è un punto di arrivo, una conquista, ma non esiste prospettiva senza due punti di vista” perché alla base di una relazione sana ci sono la liberà e il rispetto, per sé stessi e per l’altro.