Sono stati tutti assolti gli imputati (18 persone fisiche ed una giuridica) a processo per il disastro ambientale provocato dalla discarica di Trani. Questa la decisione dei giudici del Tribunale tranese, al termine della camera di consiglio presieduta da Anna Lidia Corvino. Le accuse erano, a vario titolo, di disastro ambientale, omissione di atti d’ufficio, gestione continuata di rifiuti in mancanza di autorizzazione, ed emissioni non autorizzate. Per gran parte dei reati è stata disposta l’assoluzione degli imputati con la formula più ampia “perché in fatto non sussiste”, in altri casi “per non aver commesso il fatto”. Due reati contestati ad altrettanti imputati sono stati invece riqualificati e dichiarati estinti per prescrizione.

Tra le persone assolte, i due ex sindaci Giuseppe Tarantini e Luigi Nicola Riserbato, e gli ex assessori comunali all’Ambiente, Giuseppina Chiarello e Giuseppe De Simone. Cadute le accuse anche nei confronti del direttore tecnico della discarica e progettista Michele Zecchillo, dell’ex amministratore unico di Amiu, l’azienda che gestiva l’impianto, Antonello Ruggiero, l’ex amministratore Francesco Sotero, e l’attuale direttore generale di Amiu Puglia, Antonello Antonicelli. E poi i dirigenti regionali Giuseppe Tedeschi, Giuseppe Maestri, Caterina Di Bitonto, l’ex dirigente dell’Ufficio Tecnico, Giuseppe Affatato, gli ex consiglieri di amministrazione Amiu, Francesco Di Toma e Pasquale Sorrenti, i funzionari di Amiu Domenico Angiolella e Antonio Peluso, ed i chimici Pietro e Pasquale Abbaticchio. La Procura aveva chiesto condanne a pene comprese tra i 18 mesi e i 3 anni di reclusione. Per Amiu, anch’essa assolta dalla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, era stata chiesta la condanna ad una sanzione amministrativa pari a 200 quote societarie, del valore di 1.000 euro ciascuna.

In pratica, secondo l’ipotesi formulata dall’accusa a seguito delle indagini, avviate nel 2014, la mancata realizzazione di un impianto di captazione e trattamento del biogas avrebbe determinato un grave inquinamento atmosferico: la sostanza in questione, esercitando una forte pressione sulle pareti della discarica, avrebbe poi determinato la fuoriuscita di percolato con conseguente dispersione in falda. L’impianto venne chiuso nel settembre di quello stesso anno.