Sì lo so che il fenomeno delle partenze di giovani verso il Nord, l’estero o comunque altre destinazioni è un fenomeno comune a quasi tutto il Sud Italia. Si moltiplicano i racconti, sui social e dal vivo, i rimpianti e la malinconia di tante mamme che vedono partire i propri figli. Il giorno dopo la partenza o il mese dopo o l’anno dopo accomuna mamme e padri in un unico grande rimpianto, specie qui a Trani.

Perché? Direte voi. Perché la nostra Città possiede ( o possedeva, visto che viene sempre più depauperato e svalutato da Istituzioni superficiali e/ o incapaci), possiede un patrimonio artistico e culturale, un potenziale immenso e di cui manco noi tranesi ci rendiamo conto, che ci avrebbe dato la possibilità di vivere di rendita per almeno un altro secolo, evitando il distacco, la partenza, lo strappo, spesso forzato, di tanti giovani capaci, ambiziosi, talentuosi, costretti al trasferimento.

Ci sono due “tenaglie” che stritolano i nostri territori, ed i nostri giovani: i più talentuosi si ritrovano senza strutture ed occasioni ed infine sbattono, semmai contro il muro, comune anche ai meno talentuosi e che magari cercano solo un posto di lavoro tranquillo ed onesto, dello sfruttamento, del sotto pagamento, del precariato esteso. Tutti accomunati dalla mancanza di cabine di regie in grado di orientare e coordinare le capacità, spesso voltate a cabine di clientelismo e bassa cucina politica che finanzia ed agevola solo i pochi appartenenti alle cerchie ristrette legate ad appartenenza e voto politico. Vedo con tristezza giovani ma anche persone di mezza età che si avvicinano con entusiasmo a movimenti politici o partiti veri e propri, ma dopo pochi mesi, settimane anche, se ne allontanano dopo aver capito come funziona la giostra. O ubbidisci e ti limiti a fare da comparsa ed assecondi chi è ai vertici o sei fuori e piano piano ti allontani. E questi esempi li faccio perché dovrebbero essere trampolini per creare le Occasioni di cui sopra. Quindi altri motivi per adarsene. Non abbiamo avuto la capacità, negli ultimi quarant’anni di politica e sviluppo ( mancato ) della cultura tranese, di creare posti di lavoro derivati da quell’immenso potenziale di piazze, monumenti, richiami e ricami architettonici, capacità di accogliere ed ospitare. Se i giovani oggi vanno via, a Trani, più che in altre spoglie piazze, prive di quel potenziale, chi ha gestito in passato e gestisce anche oggi la Cosa Pubblica, deve sentirsi colpevole. Hanno depotenziato una Città che non avrebbe certo dovuto vedere tanti suoi Figli andare via e non mi riferisco solo al quadro turistico culturale ( scontato) ma anche a quell’indotto di commercio, ricettività, sanità, teatro e cinema ( nel senso di produzione), Università, che di conseguenza ha visto seccare le sue foglie, mentre tanti virgulti ( talenti) tranesi, si sono affermati lontano da qui. O stanno studiando ( lontani) per affermarsi.