Tra gesti incivili, incontrollati e senza senso e allo stesso tempo con una superficialità che ritorna ciclicamente, ecco morire i simboli della tranesitá. Ogni tanto qualcuno s’indigna, scrive qualcosa ma quella marea invisibile che sta inghiottendo pian piano la storia di Trani, i suoi luoghi del cuore, i punti di ritrovo e svago e cultura d’un tempo, risale periodicamente e li inghiotte senza che nessuno possa farci nulla. In questi anni abbiamo visto la fine della Lampara, un tempo locale simbolo della Trani brillante, intraprendente, vogliosa di vivere e trovarsi al centro dell’attenzione della cultura, almeno quella pop, mondana, almeno legata al mondo dello spettacolo. In questi giorni abbiamo assistito agli “insulti” inauditi di quella marea nera e si è mangiata la dignità e la memoria dello stadio di Trani, con la tragicommedia del manto erboso avvelenato o rosicchiato, chissà se è vero o una burla. Eppure era anche quello un antico luogo simbolo di ritrovo per chi, tra i tranesi, condivideva il valore della passione sportiva, un tempo resa degna da protagonisti all’altezza, (con tutto il rispetto per chi opera ora con onestà e dignità, tra le giovani società), gioia comune, piacere di ritrovarsi e sfottersi, sentire l’odore dell’erba frasca mentre salivi sugli spalti per raggiungere il miglior gradino o sediolino. Tutto cancellato: la Lampara calpestata, svalutata e abbandonata, lo Stadio umiliato e lambito dallo sberleffo, come forse anche tutta la nostra città, impoverita sul fronte culturale, nonostante l’impegno di chi dirige Palazzo Beltrani e la Biblioteca comunale, due oasi in un deserto senza cinema e teatro.

Tutto è seccato tranne quella gramigna che alberga nella malapolitica, quella che basta garantire i numeri in consiglio per permettersi ogni tipo di negligenza, superficialità, attaccamento alla poltrona e al danaro, clientelismo, promesse non mantenute, assenza d’impegno per la Città nei luoghi istituzionali che contano. Tutto è concesso alla gramigna cattiva e rampicante, purché garantisca i voti, i numeri. Tutto può distruggere quella gramigna, rimanendo impunita e non tagliata, a differenza dei tanti poveri alberi che potevano essere salvati. Poteva bastare una buona manutenzione. Ma la gramigna ha colpito duro pure lì.