Approvo in pieno la nota dei 9 consiglieri di Con che in modo dettagliato e con documentazione, fatti e dichiarazioni alla mano, spiegano perché sarebbe scontato chiedere le dimissioni di Carlo Stratega Laurora. Però la richiesta ha un sapore amaro e tardivo. È da un anno, mese più, mese meno, che il sottoscritto vi mandava segnali: ora con la stigmatizzazione delle varie dichiarazioni, ora con una Pagella, ora con un editoriale. Il soggetto in questione, permaloso riguardo alle critiche e forse ancora convinto di essere lo stratega politico dell’attuale maggioranza, era ormai da tempo in balía delle sue stesse dichiarazioni che i 9 di Con puntualmente riportano (vedi comunicato).

Credo che abbia prodotto quelle elucubrazioni più che altro per dare un senso alla sua presenza in una delle peggiori Giunte della storia politica tranese, come ebbi modo di dirgli in faccia, a differenza di lui che riserva insulti al sottoscritto alle spalle, nella chat di maggioranza o nelle tristi riunioni di quest’ultima. Ma a questo punto, insulto più o insulto meno, frase più, frase meno, il dado del Laurora é tratto, anzi rotolato, anzi frantumato, indipendentemente da quanto resterà a fare l’assessore.

Ancora un po’ di visibilità cercata con quelle dichiarazioni prima del prevedibile anzi scontato futuro oblio politico. Questo appare a chi osserva da fuori. I 9 si sono avvicinati al gommone ormai in avaria del Carlo Laurora, un gommone ormai alla deriva, politicamente parlando, e gli hanno scaricato dei colpi di revolver. Facile, ma giusto, alla fine. Come dare alle fiamme un paracadute già con la sicura rotta. Perché quando in politica sbagli o non porti frutto o non vieni più ascoltato o, peggio, fai dichiarazioni come quelle che i consiglieri di Con ci ricordano, è inevitabile che si paghi. Non sappiamo se con dimissioni od oblio futuro, ma, per mandare un segnale a tutti, città, stampa, loro elettori, loro alleati, opposizione e dirigenti comunali (sì, anche loro, spesso sottovalutati nei giudizi dei cittadini ma decisivi nel funzionamento della macchina e silenti e ridenti dinanzi alle uscite dei nostri rappresentanti politici), il sindaco ed il suo vice, per sperare in un futuro politico anche personale, dovrebbero azzerare tutta questa giunta, che, salvo rare eccezioni, finisce per essere una zavorra che porta a fondo pure loro.