Nel pomeriggio di ieri, giungeva all’Ufficio Locale Marittimo di Trani una richiesta di soccorso lanciata da un diportista a bordo della sua unità alla deriva – un natante da diporto a motore della lunghezza di 6 mt circa – con cinque persone a bordo e tre in difficoltà in acqua, con condizioni meteo in improvviso peggioramento.

L’unità, con otto turisti pugliesi a bordo, si trovava a circa 500 metri al largo della villa comunale di Trani, quando un membro dell’equipaggio cadeva accidentale in acqua; mentre due degli occupanti presenti a bordo si tuffavano in acqua, con l’intento di prestare assistenza al malcapitato, l’unità si ritrovava alla deriva ed in progressivo allontanamento rispetto alle persone in acqua, con difficoltà a governare ed a recuperare le stesse, a causa del repentino cambio di condizioni meteomarine, con raffiche di vento e forte corrente.

La sala operativa della Capitaneria di porto di Barletta, disponeva l’immediata uscita della dipendente motovedetta CP 730 dal porto di Trani, che alle 14:45 mollava gli ormeggi e raggiungeva in brevissimo tempo l’area oggetto della segnalazione.

Nonostante le condizioni meteomarine avverse, il personale della Motovedetta CP 730 riusciva a recuperare prontamente i tre soggetti in mare, esausti ed in evidente stato di panico ed agitazione, una delle quali con dolori addominali e vomito, sintomi verosimilmente riconducibili ad una congestione in atto, per i quali si richiedeva, tramite la Sala Operativa, l’intervento del personale sanitario al punto di sbarco.

La motovedetta, pertanto, dirigeva per il rientro in porto a Trani fornendo al contempo assistenza all’unità soccorso con le restanti restanti cinque persone a bordo che sbarcavano presso la banchina Santa Teresa del sorgitore tranese, con successivo affidamento della naufraga al personale sanitario del 118 ivi presente.

Proseguivano gli accertamenti di rito da parte del personale militare della Guardia Costiera, che accertava due gravi violazioni in materia di sicurezza della navigazione a carico del conduttore dell’unità, rispettivamente per aver trasportato persone oltre il numero consentito dalla certificazione dell’unità (8 nel caso di specie, anziché 6, quale numero massimo) e per mancanza delle cinture di salvataggio in  numero sufficiente per tutti gli occupanti, violazioni che prevedono in base alle normative vigenti sulla nautica da diporto, ingenti sanzioni amministrative fino a un massimo di 1300 euro circa.