Anche con le ultime nomine (si spera) di nuovi o rimescolati assessori, anche con gli ultimi giochetti o poltrone a saldo, la sostanza non cambierà. L’attuale amministrazione, che ha visto una classe dirigente sicuramente arricchitasi nel portafogli ma incapace di identificarsi con la Città e con le sue aspirazioni, farà gli ultimi giri di valzer, magari con una giunta ritoccata ma che nulla cambia per gli esiti ed i risultati. Ci ritroviamo una Trani più povera dal punto di vista dei servizi ed ancora più vulnerabile nel confronto col resto del territorio della provincia in fatto di rappresentanza. Non contavano già quasi più nulla dieci, venti anni fa, contiamo ancora meno oggi. Anzi con l’aggravante di esserci ridotti a feudo di conquista o spoliazione.

Possono cambiare gli assessori quanto vogliono ma il gap ormai è profondo e difficilmente recuperabile. Anche nel modo di fare politica e di approcciarsi con gli elettori: sono subentrate dinamiche difficilmente estirpabili in quel senso. Tanti progetti resteranno a metà o incompiuti, pur con ben dieci anni di mandato e sembra assurdo che ora ci vogliano pure i rinforzi per una maggioranza che era apparsa, dopo le ultime votazioni, numericamente coriacea ed inossidabile.

Un senso di vuoto avvolge la Città. Le uniche entità piene sono i portafogli degli eletti e dei nominati. Senza che abbiano dato o meglio restituito nulla a Trani. Almeno per riconoscenza, non dico per senso del dovere…