In questo mese di aprile – che si apre con il simbolo dell’ulivo per commemorare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme – sarà realizzata una mostra fotografica per ricordare i 30 anni dalla morte del Venerabile don Tonino Bello, indimenticabile profeta di speranza e di pace per il nostro tempo, così travagliato e complesso. “Il bello della PACE” è il tema che accompagna i nove pannelli sulle parole e le opere di pace del Venerabile don Tonino. La mostra è la prima delle iniziative che la comunità parrocchiale promuoverà per tale ricorrenza, in collaborazione con l’Ufficio diocesano Problemi sociali e del lavoro, l’Associazione “Libera”, l’Associazione “Annunciate dai tetti” e con il Patrocinio del Comune di Trani.
Antonio Bello nasce ad Alessano il 18 marzo 1935. Entra giovanissimo nel Seminario Vescovile di Ugento e prosegue la sua formazione nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta prima e presso il Seminario O.N.A.R.M.O di Bologna poi. Mons. Ruotolo lo ordina presbitero l’8 dicembre 1957 nella sua Alessano. Nel 1978 il vescovo Michele Mincuzzi lo nominò amministratore della parrocchia del Sacro Cuore di Ugento, e l’anno successivo parroco della Chiesa Matrice di Tricase. Papa Giovanni Paolo II lo elegge vescovo e il 30 ottobre 1982 è consacrato nella piazza di Tricase dalle mani di monsignor Michele Mincuzzi, arcivescovo di Lecce e già vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca. Sin dagli esordi, il ministero episcopale fu caratterizzato dalla rinuncia a quelli che considerava segni di potere (per questa ragione si faceva chiamare semplicemente don Tonino) e da una costante attenzione agli ultimi. Nel 1985 venne indicato dalla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a succedere a monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, nel ruolo di guida di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace. Benché già operato di tumore allo stomaco, il 7 dicembre 1992 partì insieme a circa cinquecento volontari da Ancona verso la costa dalmata dalla quale iniziò una marcia a piedi che lo avrebbe condotto dentro la città di Sarajevo, da diversi mesi sotto assedio serbo a causa della guerra civile. Morì a Molfetta il 20 aprile 1993 e le sue spoglie si trovano nel cimitero di Alessano, sua città natale. Il 27 novembre 2007 la Congregazione delle cause dei santi ne ha avviato il processo di beatificazione. Il 25 novembre 2021 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche ed è diventato così venerabile.