L’ho sempre saputo. L’ho sempre sospettato, pur non essendo un esperto di edilizia. Nonostante già senta in sottofondo i fuochi d’artificio dalla vicina villa Bini (tanto peggio di così non potrebbe stare) del giorno dell’inaugurazione del tanto atteso sottopasso, non riesco ad esultare coi politici della maggioranza o di chi si troverà a tagliare il nastro, con solito codazzo di reggi microfono, reggi asta e aspiranti portaborse.

L’ho sempre saputo, l’ho sempre sospettato che coi palazzi attaccati lì accanto, con loro fondamenta annesse e balconcini assorbi smog, non si sarebbe mai potuto approvare il sottopasso con doppia corsia, box Ferrari, inversione di marcia e area di servizio. L’ho sempre sospettato che si finisse a viuzza pedonale per triste accesso all’ancor più triste Quartiere Stadio (in quanto da anni snobbato dalle Istituzioni).

Nella solita piccola ammuina creatasi nel solito sterile dibattito in “coniglio” comunale (non è un errore ma un’allusione figurata all’eterno poco coraggio di questa istituzione) i nostri politici hanno finto di discutere ed alterarsi (il sindaco dà sempre il meglio di sé nelle sue simil arringhe da teatro tribunal partenopeo, stavolta evocando il “Muro del Pianto”) sulla questione muro Bini, sottopasso, doppia corsia, vecchi e nuovi progetti. Col Segretario Generale che, ad un certo punto, dopo mezz’ora di discussione sull’argomento, ricordando il Marziano di Flaiano giustamente concludeva:” Ma scusate, dopo aver approvato un progetto in passato, non se ne può approvare un altro in seguito?”.

Per la cronaca, come il sindaco ha ricordato 23 volte, il Consiglio esprimeva un parere e non approvava un progetto effettivo con eventuali optional e gradimenti. Ma tant’è, dopo un fiume di parole ed un fiume di anni, di treni, di ore e di attesa, noi l’abbiamo sempre saputo, l’abbiamo sempre sospettato che coi palazzi attaccati, si finiva a viuzza pedonale. C’era bisogno di aspettare e discutere tanto? Ora sotto coi botti e le tv per l’inaugurazione dello storico sottopasso. Qui si fa la Storia, qui si fanno i tranesi, qui si fanno le imprese mai viste.