Adesso ci sono anche i 7 milioni di euro arrivati grazie ad un finanziamento regionale e che serviranno ai lavori di chiusura definitiva della discarica di Puro Vecchio a Trani. Si tratta del secondo stralcio di opere già provvisoriamente concluse nel primo stralcio per i lotti 1 e 2 e che si dovranno concentrare, invece, sul lotto 3. Quell’area della discarica è stata già interessata da una copertura provvisoria mentre sono state potenziate sia la captazione che l’estrazione del biogas ma anche quella del percolato. Nell’ultima determina sul tema del dirigente all’area urbanistica c’è il racconto di una storia che continua a tenere con il fiato sospeso istituzioni e cittadini per un luogo al centro di tante polemiche ma soprattutto una vera e propria bomba ecologica da mettere completamente in sicurezza al più presto.

Un disciplinare tra Regione e comune di Trani del 2020 era già la traccia su cui lavorare per questo ulteriore stralcio di opere finanziate in emergenza per la messa in sicurezza. Ma ora i passi in avanti si fanno più concreti verso la pubblicazione del bando per l’affidamento dei lavori veri e propri. Per ora c’è già il progetto definitivo, presentato dallo studio tecnico associato Romanazzi-Boscia di Bari, verificato dalla società di ingegneria Akkad di Roma. Quello della verifica è stato un passaggio importante per arrivare nelle prossime settimane alla pubblicazione del bando.

Bisognerà intervenire, in particolare, nel completo isolamento dei rifiuti dall’ambiente esterno e la minimizzazione delle infiltrazioni d’acqua e dei fenomeni di erosione. Per la copertura superficiale di tutta la discarica è prevista la realizzazione di una copertura multistrato costituita da diversi materiali.

Per la copertura superficiale finale è prevista la realizzazione di una copertura multistrato costituita, dall’alto verso il basso, almeno dai seguenti strati: strato superficiale di copertura con spessore maggiore, o uguale a 1 metro, che favorisca lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini del piano di ripristino ambientale e fornisca una protezione adeguata contro l’erosione e di proteggere le barriere sottostanti dalle escursioni termiche; strato drenante di materiale granulare con spessore almeno di mezzo metro; strato minerale compattato, di almeno mezzo metro; strato di drenaggio del gas e di rottura capillare, con spessore maggiore o uguale a metro; strato di regolarizzazione, con la funzione di permettere la corretta messa in opera degli strati sovrastanti; riduzione al minimo della necessità di manutenzione; minimizzazione dei fenomeni di erosione; resistenza agli assestamenti ed a fenomeni di subsidenza localizzata; stabilità lungo le superfici di scorrimento che comprendano anche le interfacce tra i diversi materiali utilizzati; essere funzionale con i requisiti prestazionali di progetto e le destinazioni d’uso previste nel piano di ripristino ambientale; inserimento paesaggistico.

La chiusura definitiva della discarica costerà 7 milioni di euro, provenienti da un finanziamento regionale, e riguarderà quella dei lotti 1 e 2, già provvisoriamente chiusi per quanto riguarda il primo stralcio, e quella del lotto 3, tuttora aperto, per quello che concerne il secondo stralcio. Tutto questo era stato già definito nel disciplinare sottoscritto fra Regione Puglia e Comune di Trani a febbraio 2020, ma solo adesso si sta per compiere il passo dalla messa in sicurezza in emergenza dell’impianto di contrada Puro vecchio a quella alla chiusura definitiva.

Ciononostante, preliminarmente al bando per i lavori è stato necessario affidare ad un operatore esterno l’incarico di verifica preventiva del progetto definitivo, presentato dallo studio tecnico associato Romanazzi-Boscia, di Bari.
Ebbene il dirigente dell’Area urbanistica, Francesco Gianferrini ha ritenuto confacente allo scopo il profilo della società di ingegneria Akkad, di Roma, in particolare «per la professionalità acquisita nella specifica attività di verifica preventiva della progettazione».

Il dirigente comunale e l’amministratore di Akkad, Fabrizio Palmiotti, hanno negoziato l’importo per l’incarico in 25.000 euro, prevedendo la prestazione in due distinte fasi: la prima, già espletata, inerente la verifica del progetto di fattibilità; la seconda, da espletarsi, per le fasi successive che riguardano la verifica del progetto in forma definitiva. L’attività di Akkad, dunque, sarà preliminare all’indizione della gara di appalto per la chiusura definitiva della discarica. I lavori di messa in sicurezza in emergenza, finora, hanno riguardato: copertura provvisoria del terzo lotto; completamento della copertura del primo e secondo lotto; potenziamento del sistema di captazione ed estrazione del biogas; potenziamento del sistema di estrazione del percolato; raccolta e smaltimento delle acque meteoriche di dilavamento delle coperture del corpo rifiuti; vasca di trattamento e disconnessione; impianto elettrico con realizzazione di una nuova cabina di trasformazione alimentata da una nuova linea di media tensione, necessaria per il cospicuo aumento di potenza che scaturisce dalle nuove opere.

Il pacchetto di chiusura definitiva proposto avrà caratteristiche tali da rispondere ai seguenti criteri: isolamento dei rifiuti dall’ambiente esterno; minimizzazione delle infiltrazioni d’acqua; riduzione al minimo della necessità di manutenzione; minimizzazione dei fenomeni di erosione; resistenza agli assestamenti ed a fenomeni di subsidenza localizzata; stabilità lungo le superfici di scorrimento che comprendano anche le interfacce tra i diversi materiali utilizzati; essere funzionale con i requisiti prestazionali di progetto e le destinazioni d’uso previste nel piano di ripristino ambientale; inserimento paesaggistico.
Per la copertura superficiale finale è prevista la realizzazione di una copertura multistrato costituita, dall’alto verso il basso, almeno dai seguenti strati: strato superficiale di copertura con spessore maggiore, o uguale a 1 metro, che favorisca lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini del piano di ripristino ambientale e fornisca una protezione adeguata contro l’erosione e di proteggere le barriere sottostanti dalle escursioni termiche; strato drenante di materiale granulare con spessore almeno di mezzo metro; strato minerale compattato, di almeno mezzo metro; strato di drenaggio del gas e di rottura capillare, con spessore maggiore o uguale a metro; strato di regolarizzazione, con la funzione di permettere la corretta messa in opera degli strati sovrastanti.