Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Giani Di Leo, consigliere comunale della Lega.

«A Napoli c’è un proverbio: ” ‘E chiacchiere s”è pporta ‘o viento”. Questa perla di saggezza napoletana sintetizza in modo esemplare l’andazzo della amministrazione di sinistra-impiantista tranese. Sul sito istituzionale comunale è infatti apparso in data 21/3/2022 un comunicato stampa ufficiale, relativo alla sede dell’Archivio di Stato.

Nel comunicato si specifica che “nel rispetto degli accordi intercorsi tra l’amministrazione comunale di Trani e la Direzione Generale dell’Archivio di Stato di Bari”,  per sei mesi (prorogabili) due soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza hanno preso servizio presso la sede tranese dell’Archivio di Stato, e che costoro presteranno servizio per 16 ore settimanali.

Nel predetto comunicato, IO afferma che questa soluzione sarebbe “la miglior risposta a chi dice che vogliamo chiudere la sezione di Trani dell’Archivio di Stato”.

Ovviamente… Lui non fa menzione di quali siano i “suoi” accordi intercorsi con la Direzione Generale, né tutti noi siamo in grado di conoscerli in quanto non esiste nulla in pubblicazione, cioè  non vi è alcun provvedimento amministrativo (né di giunta comunale né dirigenziale) nel quale siano sanciti quali siano gli impegni a carico della amministrazione, con quali modalità debbano essere attuati e soprattutto quali garanzie siano state ottenute. Allora di che parliamo?

Parliamo della solita penosa fanfara mediatica, autentico fumo negli occhi della massa tranese, necessaria per dare uno straccio di risposta ai tanti concittadini che hanno appreso con sdegno della probabile prossima chiusura della sede locale dell’Archivio di Stato.

È ben poca cosa che due concittadini prestino servizio per un monte ore settimanale alquanto esiguo, in quanto faranno quello che possono, a partire dalla custodia, apertura e chiusura della sede dell’Archivio. E questa sarebbe la “miglior risposta” del Sindaco?

Forse…. IO non ha capito che Trani merita, per storia e cultura, la sede provinciale dell’Archivio di Stato, non solo la sede locale, e che il suo dovere è quello di battersi in tutte le sedi per ottenere questo risultato, e dimostrare pubblicamente di farlo, non quello di accontentare l’opinione pubblica con una soluzione che definire precaria è dire poco».