L’altro ieri un cittadino ha ripreso un’immagine ed una notizia riguardante la nostra città, riconducendo Trani al Burkina Faso. Al momento d’istinto ho riso. Poi ho riflettuto, come credo stiano facendo la gran parte dei miei concittadini in questo periodo, anche se molti di loro non diranno e non scriveranno una parola.

Ho riflettuto sul fatto che la battuta aveva un fondo di verità, al di là dell’accostamento paradossale. Mi spiego: ogni volta che arrivano piogge abbondanti la nostra città si dimostra sempre impreparata tra allagamenti, voragini che si aprono, piccoli cedimenti, alle soglie dello smottamento. Non si può dire: ” Eh ma sono le piogge eccezionali”. No, non si può dire. Perché nel 2022 pretendiamo che un’ottima e continua manutenzione delle strade, fatta in tempi opportuni e senza rattoppi, porti le strade a non sprofondare sotto le piogge, pur torrenziali.

Il gruppo di Articolo 97 ha qualche giorno fa pubblicato un video che ci mostra come da tempo la ruggine e l’abbandono stiano distruggendo rispettivamente ringhiere e/ o pezzi di costa. All’inizio della salita che porta al Monastero, oltre alla ringhiera colpita da tempo immemore dalla ruggine e quindi ormai non più riparabile e completamente “smangiata” vi è il mare che sta scavando un vero e proprio quanto pericoloso anfratto sotto la strada.

Gli amministratori o gli assessori del Burkina tranese se ne sono accorti, oltre a vantarsi della propria esperienza, oltre a riscaldare e conservare immeritatamente quella poltrona ( il loro è solo un beneficio economico momentaneo ma credo che molti di loro non saranno più rieletti e comunque disapprovati a vita dalla Città)? Si sono accorti che la Città va verso una deriva senza nome, senza identità? Basti pensare al tizio assessore burikinese che voleva posizionare le copie degli Statuti Marittimi su di una rotonda periferica, nei pressi dei 6 per 3 delle sale ricevimenti e delle concessionarie che vendono o affittano utilitarie a buon prezzo e abbiamo un quadro completo.

Capisco pure il Sindaco che, pur di mantenere i numeri, unico parametro tenuto in conto da questa politica mediocre, deve fingere di tenere a sua volta in considerazione una squadra ( che tale non è) di dilettanti arrivisti senza idee e senza né arte né parte che, fatta qualche eccezione, non sa nemmeno dove stia di casa la Politica. Anzi forse lo sa in Burkina…