Ho voluto recuperare e pubblicare nella puntata di questa settimana una foto gentilmente concessa da Elio Lacalamita e presente nel gruppo social “Trani nelle cartoline e nelle foto d’epoca”, perché racchiude tanta parte della vita tranese di quegli anni. Siamo sicuramente tra la fine dei 50 ed i primi 60. Ho scelto questa foto anche per un altro motivo: riproduce, tra le varie componenti, l’immagine del nostro amato Cinema Impero. E voglio che questa foto sia di buon auspicio perché la nostra sala cinematografica riapra quanto prima, perché tutti noi possiamo tornare a gustarci un film sul grande schermo, nella sala buia, con l’odore dei pop corn in sottofondo, col saluto alle “maschere” ed al direttore Antonio Barca, coi secondi d’attesa, sempre emozionante, tra lo spegnimento delle luci e l’inizio del film, la dolce sospensione del tutto, prima dell’immersione nella dimensione altra che ti stacca dalla realtà.

Ma torniamo alla nostra foto. È, presumibilmente, una domenica mattina come tante altre, con una Trani vivace e con tanta voglia di vivere e stare bene. Il super Bar sfoggia la sua grande insegna che lascia intravedere riverberi di “dolce vita”. Oggi il bar è, come da sempre, una rinomata pasticceria- cioccolateria tenuta dal premuroso e talentuoso concittadino Nicola Fragasso. I profumi di ieri e di oggi, sono quelli del caffè, del cioccolato ancora caldo, della crema e della panna. I tavolini sono piccoli, rotondi, intimi. Un cameriere con tanto di divisa sovrintende che i clienti siano soddisfatti o che entrino nel locale e resta pronto per le richieste.

Al Cinema Impero danno un western, “La grande sfida”. È domenica mattina perché il cinema proietta i film mattutini, una tradizione ormai persa. Chi scrive era sempre lì puntuale col nonno, pure lui appassionato di cinema. Ninuccio, il tabaccaio di piazza Libertà. Eravamo pronti tutti e due ogni domenica mattina, con quei biglietti stretti e lunghi, con le scritte stampate che già odoravano di tabacco, pronti a “farci” la scalinata dell’Impero, pure noi pronti a conquistare l’Impero…

Maciste, Sansone, Ulisse, John Wayne, Nerone, Giulio Cesare avvolti nella nuvola di fumo che invadeva una sala strapiena in ogni ordine di posto, in platea e galleria. Ecco da dove proveniva l’odore del tabacco. Allora non c’era il divieto di fumo nei luoghi pubblici.

La foto. Già quella foto felice, scusate l’azzardata figura retorica. È che davvero sembra racchiudere, in un semplice scatto, una fetta di vita felice tranese. Al centro c’è la chiesa di Sant’Andrea. Uno dei gioielli dell’arte tranese, buona per gli intenditori di nicchia, di elementi e case e chiese non famosississime. Si parla poco della Chiesa di Sant’Andrea. Non ci vanno mai quelli (pagati) delle televisioni. Il tranese possiede, gratis, tanta bellezza e non se ne rende conto, proprio come nel caso di Sant’Andrea. Bisogna visitarla e viverla questa chiesa, considerata, negli anni, solo da un gruppo di preghiera di Padre Pio, “capeggiato” da Felice Spaccucci.

Poi oblio, niente tv, niente foto, niente lustrini. Poi via Mario Pagano, continua, bella e quasi dritta. Come la vita della nostra Trani. Vedete che luce, vedete che cartelloni, che tavolini, che bambini sorridenti, senza smartphone con le camicie fresche di bucato della domenica mattina.