«Riservandoci di pubblicare a stretto giro una nota dettagliata che descriva tutti i dubbi e le perplessità riscontrate, relative al nuovo progetto di finanza riguardante la sosta a pagamento nella città di Trani, con questa breve nota vorremmo chiedere all’Amministrazione Comunale e condividere con la cittadinanza, un importante chiarimento». E’ quanto si legge in una nota a firma del segretario sindacale aziendale Fit Cisl, Daniele di Lernia.

«Avendo dichiarato in delibera di giunta ed in consiglio comunale che è stata acclarata la non sussistenza dei requisiti normativi che possano classificare Amet come società “in house” ed avendo attribuito la scelta di esternalizzare il servizio di sosta a pagamento prima di tutto a questo ostacolo normativo, ci chiediamo perché non si è proceduto ad affidare il servizio alla partecipata AMIU?

Infatti non tutti forse sanno che, per proprio statuto, la società può gestire servizi diversi e di diversa natura. Infatti, all’Art. 2 punto P dello statuto aziendale, approvato in assemblea straordinaria il 27/10/2017, si legge che tra tutti i servizi che AMIU può realizzare con affidamenti diretti, c’è anche la “realizzazione e gestione di parcheggi e parchimetri“.
Non ci spieghiamo dunque, come nelle varie discussioni intercorse negli anni, non sia mai neanche stata presa in considerazione tale possibilità, (oltre a tutte quelle che contemplavano comunque il coinvolgimento di Amet e di cui parleremo successivamente) ampiamente contemplata e legittimata dallo statuto e dall’acclarato status di società “in house”.

Si è forse scelta a prescindere la strada della gestione privata? Per quale motivo?
È palese come molti comuni cerchino in tutti i modi di tenere in mano pubblica questo servizio poiché strategico e potenzialmente remunerativo ed è altrettanto palese quanto, essendo un servizio pubblico, altri comuni si “accontentino” perlomeno di un pareggio di bilancio, offrendo però un servizio efficiente alla cittadinanza, ad un prezzo contenuto.
Sarebbe opportuno chiarire quale sia la motivazione che spinge quindi la politica, ad optare per la gestione privata a tutti i costi e non come estrema ratio, un volta verificato che non ci siano davvero più possibilità di mantenere pubblica tale gestione che vada di pari passo con una programmazione di rilancio e valorizzazione evidentemente conseguente ad un affidamento a lungo termine (così come proposto dal soggetto privato) e che possa reinvestire gli eventuali utili generati nel miglioramento del servizio anche attraverso la creazione di nuove aree di sosta, così come proposto dal soggetto privato.

In attesa di risposte continueremo a seguire attentamente ogni fase del progetto per fare valere i diritti dei lavoratori, MAI presi in considerazione e far conoscere gli eventuali svantaggi per la cittadinanza derivanti da tale operazione».