La Puglia è tra le regioni più cliccate sul web da chi vorrebbe programmare le prossime vacanze estive, ma, almeno per il momento, non si traduce in prenotazioni vere e proprie. E’ quanto spiega il presidente pugliese di Federalberghi, Francesco Caizzi, esaminando il mercato turistico regionale dal suo speciale osservatorio.

«La nostra regione è tra quelle più cercate su internet e questo è un buon segno – spiega Caizzi – ma le prospettive per questa estate restano poco favorevoli, almeno rispetto agli anni scorsi, in quanto prevediamo un significativo decremento delle presenze a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Coronavirus».

Grande assente sembra essere il mercato estero, che negli ultimi anni è cresciuto grazie ai collegamenti aerei, oggi quasi del tutto assenti. Una situazione di isolamento che penalizza in particolare il Salento; molti voli per l’aeroporto di Brindisi, al servizio della penisola salentina, non sono stati riattivati dopo il lockdown. Le previsioni sono decisamente al ribasso rispetto agli ultimi anni. Circa il 25-30 per cento delle strutture ricettive pugliesi non aprirà questa estate, mentre quelle che stanno ripartendo lo fanno in rodaggio, con la consapevolezza di dover vivere alla giornata.

Tra gli indicatori più significativi, quello delle prenotazioni fa segnare un forte decremento. Chi prenota lo fa soprattutto sotto data, ossia a ridosso del giorno di inizio della vacanza, mentre l’indice di occupazione delle strutture turistiche non supera il 20-30 per cento, stando ai dati di Federalberghi Puglia. Purtroppo questa situazione avrà ripercussioni anche sul mercato del lavoro, perché sarà riassunto solo il 50% per cento del personale. Soffrono le strutture dell’entroterra, mentre sono più avvantaggiate quelle che hanno l’accesso al mare, grazie al fatto che i turisti italiani, che quest’anno saranno prevalenti, prediligono le spiagge.

Non mancano i malumori anche tra i gestori dei lidi che hanno chiesto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, di allentare le misure di distanziamento sociale e di rivedere le regole ritenute troppo stringenti.