Estorsioni tentate e consumate, aggravate dal metodo mafioso. Con queste accuse i carabinieri, su ordinanza del gip del Tribunale di Bari, hanno arrestato Patrizio Romano Lomolino, 38enne originario di Roma, ritenuto esponente di spicco della criminalità tranese. Dopo essere stato scarcerato nel novembre 2018, Lomolino, secondo quanto accertato dalle indagini della Dda di Bari, avrebbe tentato di farsi dare 3.000 anche da un parente di Salvatore Annacondia, l’ex boss del Nord Barese noto come ‘manomozza’, da anni diventato collaboratore di giustizia. L’estorsione, pero’, non era riuscita perche’ la vittima si era rifiutata di pagare. Ma secondo il gip Antonella Cafagna, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, Lomolino aveva tentato di commettere il reato “giovandosi della fama criminale propria e dei suoi familiari” e “comunque, della collegata evocazione della forza degli ambienti mafiosi notoriamente presenti ia Trani sin dall’epoca di Salvatore Annacondia, nonché del diffuso clima di assoggettamento e di omertà degli imprenditori commerciali da tempo esistente” in città.

Tra febbraio e aprile scorso Lomolino avrebbe poi tentato di estorcere soldi (prima 300 euro e poi una somma imprecisata) anche a un imprenditore di onoranze funebri di Trani, che si era occupato del funerale del cognato e al quale non aveva sicuramente pagato un manifesto commemorativo. Lomolino è ritenuto a capo di un gruppo criminale del quale fa parte il cognato Giuseppe Corda, fratello di Vito (diventato collaboratore di giustizia da qualche tempo) e figlio di Nicola Corda, un tempo braccio destro dell’ex boss Annacondia. Le indagini, coordinate dal pm della Dda Giuseppe Maralfa, sono partite a fine novembre 2018 in seguito al ritrovamento di tritolo sotto un bidone collocato di fronte alla palazzina della polizia giudiziaria di piazza Marconi a Trani. Tritolo che, all’epoca, non si escluse potesse servire per attentati contro edifici istituzionali o comunque per fini estorsivi. Lomolino in passato ha scontato una condanna a 10 anni per la rapina all’ufficio postale di largo Petrarca a Trani risalente al marzo 2007, conclusasi con il ferimento grave di una guardia giurata. Era stato poi condannato, in primo grado, a 9 anni per le molestie sessuali e le rapine ai danni di un trans di Bisceglie; ma era tornato libero agli inizi di novembre 2018 dopo che la Corte d’Appello lo aveva assolto con formula piena.