Che siano semplicemente delle scatole vuote utilizzate a scopo deterrente lo ammette la stessa amministrazione comunale. Non è mai stato un mistero, d’altronde, che i quattro velobox acquisiti nel 2015 per oltre ottomila euro e posizionati in via Falcone, a Trani, siano dei contenitori senza nulla al loro interno. E’ la polizia locale che decide di volta in volta se e quando posizionare in uno solo di essi un rilevatore di velocità che supporti gli agenti nelle attività di sanzione degli automobilisti che percorrano via Falcone superando il limite dei 50 km/h. Per il consigliere comunale Emanuele Tomasicchio ci sono diversi punti oscuri nell’acquisto ed utilizzo dei 4 velobox da parte del Comune, che renderebbero evidente il raggiro dei cittadini e lo spreco di denaro pubblico.

Come confermerebbe una recente sentenza della Cassazione, i quattro velobox non potrebbero essere posizionati in via Falcone.

L’amministrazione comunale difende l’utilizzo dei velobox operato sino ad oggi. «Ma delle sanzioni comminate agli automobilisti indisciplinati – conclude Tomasicchio – non vi è traccia da nessuna parte».

Nel servizio l’intervista.