«L’irresponsabilità dell’amministrazione Bottaro non conosce confini. Aver approvato il regolamento sui dehors senza aver mai organizzato una conferenza dei servizi alla presenza della Soprintendenza o aver chiesto un’autorizzazione o quantomeno un parere è un fatto gravissimo». Lo afferma il portavoce del movimento Trani#ACapo, Antonio Procacci, dopo aver appreso che sin dal 14 marzo scorso la Soprintendenza ha inviato una nota al Comune smentendo di aver condiviso il regolamento, peraltro contestato dal T#AC in Consiglio comunale.

Secondo Procacci «ora c’è il concreto rischio di provvedimenti a carico degli esercenti che hanno fatto cospicui investimenti basandosi su un regolamento che non contiene l’obbligatorio parere della Soprintendenza». «E se questo dovesse accadere – prosegue Maria Grazia Cinquepalmi, consigliere comunale del movimento – scaturiranno una serie di contenziosi tra gli esercenti, che hanno evidentemente agito in buona fede, basandosi su un regolamento comunale, e il Comune stesso, colpevole di aver autorizzato opere in virtù di un regolamento privo di un requisito fondamentale». «E la cosa sconvolgente – aggiunge Aldo Procacci, capogruppo di Trani#ACapo – è che noi abbiamo contestato quel regolamento in Consiglio comunale e come al solito siamo stati ignorati. Anzi, siamo persino stati tacciati di non voler collaborare dalle associazione di categoria, che hanno dato il loro contributo a quel regolamento. E ora cosa diranno quelle stesse associazioni? Cosa diranno ai loro associati se i loro investimenti da migliaia e migliaia di euro dovessero finire nel mirino della Soprintendenza?».

«Purtroppo – prosegue Antonio Procacci – questa situazione non ci stupisce, perché sono tre anni che assistiamo a iniziative di un’amministrazione che si conferma del tutto priva di competenze e supponente». «L’assessore D’Agostino e il sindaco Bottaro – concludono i tre esponenti di Trani#ACapo – devono spiegare pubblicamente com’è possibile che sia stato approvato un regolamento senza la condivisione della Soprintendenza, che ci risulta sia ancora in attesa di ricevere le planimetrie revisionate recanti i vincoli puntuali e i perimetri di tutela. Ma forse era l’unico modo per autorizzare strutture che in altri centri storici non potrebbero mai essere realizzate».