Le dichiarazioni di Domenico Santorsola, in cui si comunicava l’intento della Regione Puglia di farsi garante per le procedure di bonifica della discarica di Trani, hanno riportato al centro del dibattito sociale e politico il problema della discarica a Trani. Per Antonella Papagni e Luisa Di Lernia, consigliere del Movimento 5 Stelle, siamo dinanzi ad una «vergogna senza precedenti».

«A meno di due anni dal commissariamento prefettizio, e poco dopo il commissariamento dell’Ufficio Ragioneria da parte di Spina, ecco che ne arriva un altro. Questa volta è lo sceriffo Emiliano a mettere le mani sulla città imponendo, attraverso la complicità dell’Assessore Regionale all’Ambiente Santorsola (tranese ed oncologo), il passaggio della gestione della discarica dal Comune alla Regione Puglia. Ecco perché avevamo definito l’ordinanza sindacale di chiusura della discarica di 20 giorni fa una marchetta, una pezza d’appoggio – sottolineano – per evitare guai giudiziari, stante l’assoluto immobilismo nelle operazioni di messa in sicurezza, mentre la discarica continua ad inquinare e ad uccidere».

«Tranesi, i giochi di potere del sistema dei rifiuti in Puglia – continuano – mirano, come vi diciamo da tempo, ad utilizzare ancora una volta la Nostra Città come pattumiera, proseguendo nello stesso solco tracciato da Vendola con Taranto. Tranesi, la Discarica riaprirà. Riaprirà con un disastro ambientale in corso. Riaprirà per volere della Regione Puglia e per volere di Emiliano. Riaprirà, e noi continueremo a combattere e morire per i tumori. Tranesi, noi vi chiediamo di destarvi per proteggerci, vi chiediamo di pretendere giustizia per chi non c’è più, per chi sta combattendo, per chi non vuole ammalarsi».

«Lunedì in Consiglio Comunale Bottaro rassegni le dimissioni -concludono le consigliere del Movimento -, per dovere nei confronti dei cittadini che dice di rappresentare. Perché delle due una: o sono incapaci e la Regione li ha tolti dalle leve di comando, oppure sono complici. In entrambi i casi – concludono – non stanno facendo gli interessi dei tranesi, per cui devono smontare questo teatrino e andare a casa».