Luigi Marzano, segretario generale FP Cgil Bat, riporta l’attenzione sul riordino ospedaliero.

«Il Piano di Riordino della Rete Ospedaliera Regionale, approvato dalla Giunta Regionale Pugliese nel febbraio del c.a. e poi trasmesso al Ministero della Salute e MEF, in questi giorni, come dichiarato dal Direttore del Dipartimento Salute e Benessere per tutti della Regione Puglia, Gorgoni, sarà approvato dal Ministero dell’Economia e Finanzia e Ministero della Salute con la medesima impalcatura prevista dalla Regione Puglia e con possibilità di apportare piccole rifiniture allo stesso. Noi, della FP CGIL provinciale Barletta Andria Trani, restiamo scettici riguardo l’applicazione del piano di riordino della rete ospedaliera nel territorio,  in quanto non garante del diritto alla salute per i cittadini. Cittadini di questo territorio provinciale, penalizzati anche  nel contesto regionale, sia rispetto alla carenza prevista di posti letto per abitanti, molto al di sotto degli standard ministeriali e regionali di riferimento e sia rispetto al potenziamento della Sanità Territoriale e del Piano di  Prevenzione, Rete d’emergenza urgenza».

Marzano, continua: «Si consideri che il Piano prevede due ospedali di questo territorio, Trani e Canosa di Puglia ( aggiunti ai due ospedali già chiusi dal precedente piano di rientro, Minervino Murge e Spinazzola) che dovranno essere riconvertiti in Presidi a vocazione territoriale – non sappiamo al momento come e con quali risorse, considerato che il governo nazionale continua a tagliare risorse per la Sanità Pubblica, consentendo al privato e privato accreditato, di entrare massicciamente nel Sistema Sanitario Regionale,  per compensare la carenza del pubblico, rispetto alla soddisfazione dei bisogni di prevenzione, cura, riabilitazione e salute dei cittadini che invece deve essere tutelato nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione Repubblicana Italiana. La carenza di posti letto, così come la mancanza di un DEA e Ospedale di 2 Livello nel nostro territorio della BAT, favorirà l’incremento della mobilità passiva e dei viaggi della speranza alla  ricercare di cure ad alta specializzazione o posti di ricovero o risposte al bisogno di salute sul territorio da parte dei cittadini, presso altre AA.SS.LL. ed  Ospedali Pugliesi ovvero presso  altre regioni d’Italia, per questo riteniamo che i cittadini di questa parte di territorio, sono stati considerati di serie B».

Inoltre, continua: «Altresì, riteniamo che l’attuale Piano di Riordino della Rete Ospedaliera, senza un contestuale e necessario potenziamento della  Sanità Territoriale e Assistenza Sanitaria sul territorio finalizzata a ridurre i ricoveri ospedalieri considerati inappropriati, anche rapportando le  esperienze di altre regioni (Es. Regione ’Emilia Romagna)  in termini di continuità Ospedale-Territorio,  sia percepito   solo ed esclusivamente come un piano di rientro, soprattutto degli Ospedali, elaborato e imposto dal MEF,  al sol fine di far rientrare i costi e quindi riportare in equilibrio il parametro costi/ricavi entro il 2017. Rispetto ad altre questioni in campo, oggetto di confronto in questo periodo a livello regionale, tra Dipartimento Regionale alla Salute e   forze sociali che hanno denunciato  un “emergenza sanità in Puglia” rileviamo la nuova proposta di riorganizzazione della rete emergenza – urgenza che per il nostro territorio prevede la chiusura delle sedi di Pronto Soccorso e PPI di Trani ( città con oltre 50 mila abitanti che nel periodo estivo raggiunge gli 80 mila abitanti oltre ad avere una sede appena ristrutturata di Pronto Soccorso presso l’Ospedale S. Nicola Pellegrino) e Canosa di Puglia che saranno trasformati in Punti di Primo Intervento Territoriale,  affidati alla gestione del 118, senza prevedere per questo (unica provincia pugliese)  territorio della BAT ( al pari degli Ospedali e DEA di 2 livello ) una centrale operativa autonoma del 118».

E conclude: «Rispetto al personale sanitario, rileviamo un importante apertura del livello regionale e di recente dell’ASL BT a voler prevedere un serio! Un  Piano per la  stabilizzazione della vasta platea di lavoratori e lavoratrici precari, che  in questi anni hanno garantito  continuità assistenziale delle prestazioni e  Livelli Minimi Assistenziali ai cittadini, acquisendo esperienza e professionalità.  Personale ed Operatori della Sanità tutti che,  in questi anni, hanno garantito la continuità e tenuta del sistema, anche al di là dell’applicazione delle Direttive Europee in termini di giusto orario, nonostante il blocco del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro da circa 7 anni e valorizzando i Servizi Pubblici con dedizione ed impegno.

Molto c’è da fare ancora, per  valorizzare e potenziare il territorio e garantire la Salute alle persone e tutela dell’ambiente, nonché sicurezza  ai cittadini su questo territorio provinciale».