La richiesta fatta dal Sindaco di Bisceglie Francesco Spina alla Regione Puglia, di commissariare la gestione del Piano Sociale di Zona, ambito Trani-Bisceglie, che vede attualmente Trani comune capofila ha finalmente una risposta, dura e decisa, dall’ex assessore ai Servizi Sociali, Rosa Uva.
«Forse gran parte dei nostri concittadini ignorano o meglio ignoravano, fino ad oggi, cosa fosse il Piano Sociale di Zona.
Ebbene il Piano di zona gestisce il finanziamento complessivo di diversi milioni di euro che la Regione eroga a favore dei comuni per sostenere la persona e la famiglia, gli anziani,i minori, (infanzia ed adolescenza) i diversamente abili, gli interventi di contrasto alla povertà. L’ambito di azione è il territorio di Trani-Bisceglie, dove, si badi bene, Trani era ed é comune capofila e non il contrario come oggi ormai siamo abituati a vedere e tacere, aggiungo io».
Rosa Uva continua: «All’indomani degli eventi del 20 dicembre, ed in parte fino a che è stato per me possibile ho portato avanti tutte le azioni necessarie salvo poi lasciare, per forza di cose, l’azione nelle mani di chi mi è succeduto.
Il sindaco di Bisceglie, in questi giorni, ha chiesto il commissariamento dei PDZ perché a causa del totale immobilismo politico amministrativo del comune di Trani, la città di Bisceglie, rischia, insieme al nostro comune, di perdere quei finanziamenti.
Garantire l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa è stato l’obiettivo primario  dell’assessorato ai servizi sociali da me rappresentato.
Resto incredula, oggi, dinanzi ad una paralisi dell’attuale azione amministrativa. Siamo stati accusati di attaccamento alla poltrona ed irresponsabilità politica, certo se attaccamento alla poltrona significa garantire i servizi essenziali alla persona e la necessità di non perdere il denaro pubblico, ne sono fiera.
Con i fatti, e non con i proclami, quel 20 dicembre la sottoscritta non si è dimessa per garantire l’approvazione dell’atto di indirizzo del “fitto casa” e sfido chiunque, pubblicamente, a smentirmi. La Regione Puglia ha pubblicato il bando i primi giorni del mese di dicembre pertanto il comune di Trani era tenuto a  provvedere , in tempi strettissimi, agli adempimenti amministrativi necessari per non perdere il finanziamento pubblico (parliamo di €755.530,10).
Infatti, il 28 dicembre 2014 la Giunta ha pubblicato l’atto di indirizzo del “fitto casa” dando mandato al competente dirigente di approvare il relativo bando di concorso tempestivamente, pubblicato il 29 dicembre 2014, perché le domande potevano pervenire al comune di Trani entro e non oltre il 16 gennaio 2015. Ma non basta, il 30 dicembre 2014 la Giunta Comunale ha coofinanziato il “fitto casa”  garantendo la premialità, e  grazie a quel provvedimento i cittadini di Trani quest’anno (amministrazione Bottaro!!!) hanno ricevuto il contributo del fitto casa  di circa un milione di euro  che è stato ripartito fra gli aventi diritto.
Se questa è irresponsabilità e attaccamento alla poltrona, ripeto ne sono fiera.
Tramite il piano Sociale di zona il comune di Trani ha cercato di recuperare quella centralità burocratica ed amministrativa che tutti oggi vanno paventando con le chiacchiere, ma che l’amministrazione Riserbato con i fatti stava portando avanti attraverso tutti quegli interventi  di sviluppo supporto e sostegno di attività sociali e sanitarie  per le fasce più deboli.
Ricordo a me stessa il provvedimento da me avviato con atto di indirizzo di Giunta per rispondere all’emergenza Lavoro con un bando di concorso che ha portato l’inserimento nel mercato del lavoro di inoccupati ed il reinserimento di disoccupati “recuperando” i fondi dalla programmazione 2010/2012 sempre del Piano Sociale di Zona.
Tale intervento è stato concepito in linea con le azioni di promozione e di sviluppo a sostegno delle famiglie svantaggiate del Comune di Trani, concertata con il mondo dell’imprenditoria e delle imprese  Confartigianato Confindustria Confesercenti Unimpresa Bat  e Centro per L’impiego.
Di quella pagina amministrativa che tanto si è disprezzata e taluni in malafede continuano a fare, bisognerebbe, con un briciolo di onestà intellettuale, anche ricordare ciò che con i FATTI di buono è stato attuato».

E infine, conclude: «In attesa, ancora oggi, di capire di chi e quali furono esattamente le colpe e le personali responsabilità, forse andrebbero anche sottolineati i meriti di chi con certezza ha dato risposte concrete ai cittadini anziché assistere oggi a venditori di fumo e dilettanti della politica, a sinistra come a destra, che parlano, promettono, pontificano e pensano a svendere Trani.
Nel frattempo, questo immobilismo fa si che la disoccupazione avanzi, la disperazione cresca e con essa parte di quella microcriminalità dilagante.
Nella mia piccola ma intensa esperienza vorrei ricordare a chi ambisce a cariche pubbliche che l’impegno verso i cittadini non ha colore, se non quello della competenza e dell’obbligo morale verso gli stessi.
Tanti di noi ci sono stati e nell’apparente silenzio di oggi continuano e continueranno ad esserci».