La sua famiglia, i suoi compagni di scuola, i suoi amici. Tutti hanno sperato a lungo che potesse salvarsi. Come se la forza delle loro preghiere potesse cambiare un tragico destino. E invece il finale più atteso, quello più bello, purtroppo, non è stato scritto, in una storia cominciata nella spensieratezza di un lungo di vacanza e conclusasi nella disperazione di un letto di ospedale.

Non ce l’ha fatta il 18enne tranese Giuseppe Ruta, rimasto coinvolto, mercoledì scorso, in un incidente stradale a Barbati, piccolo centro dell’isola greca di Corfù. Era lì con i suoi compagni di classe, la quinta B del Liceo Classico “De Sanctis”, per festeggiare la tanto attesa maturità, conseguita a giugno. Qualche giorno di meritato svago e divertimento, prima di tornare sui libri, per intraprendere un nuovo ed ancor più impegnativo percorso: quello dell’università.

I suoi sogni e i suoi progetti sono finiti in un pomeriggio di fine agosto, in una anonima strada della nota lucalità turistica. Con un amico, era a bordo di uno scooter noleggiato, quando in corrispondenza di una curva, il loro mezzo è stato travolto da un altro veicolo, guidato da un 36enne. Un impatto terribile. Da quel momento Giuseppe ha chiuso gli occhi, senza riaprirli più.

Le condizioni del ragazzo sono apparse sin da subito disperate. Troppo grave l’edema cerebrale causato dallo scontro. Molto serie anche le ferite e le fratture alle gambe riportate dall’altro 18enne, ma che fortunatamente non è in pericolo di vita.

I due giovani vengono trasportati d’urgenza al General Hospital di Corfù. Poi il rientro in Italia, sabato pomeriggio, grazie ad uno straordinario lavoro di coordinamento tra enti, istituzioni e presidi ospedalieri. Destinazione Policlinico di Bari (per Giuseppe) e ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti, per il suo compagno di viaggio.

Il ricovero in coma irreversibile e il dolore, unito alla speranza, dei suoi cari, che sino all’ultimo hanno lottato con lui. Sino a ieri pomeriggio, quando un nuovo encefalogramma ne ha constatato la morte cerebrale.

I genitori hanno avviato le procedure per la donazione degli organi. L’ultimo gesto d’amore, fatto a nome del loro sfortunato figlio, che adesso continuerà a vivere nella vita di qualcun altro.