«Sono venuto qui a scusarmi per i ritardi, che non sono grandissimi ma sono sensibili, ma abbiamo ricevuto il sostegno del sindaco e di altri politici locali, a differenza di chi ha protestato e raschiato consensi, loro hanno cercato di dare una mano». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a Trani, parlando della riorganizzazione del nosocomio locale. «Questa è la struttura più poderosa di tutta la Puglia fra quelle riconvertite – ha spiegato Emiliano – quindi è importantissimo averla visibile e fare presto, per portare gli altri sindaci e fare vedere loro che cosa è possibile fare fuori dal concetto di ospedale con i posti letto, con la medicina del territorio, che è il nuovo modello di sanità. Abbiamo bisogno di ospedali come quello che stiamo progettando ad Andria – ha detto – che abbiano una eccellenza assoluta, accanto a questi ospedali ci vogliono degli ospedali di base, che sono ospedali con pronto soccorso e l’essenziale, che collaborino a non stressare troppo queste strutture di secondo livello e poi una enorme quantità di prestazioni sanitarie sul modello di questo protocollo d’intesa».

Poi il Presidente della Regione Puglia ha parlato di piano di riordino. «Il piano di riordino, se avessi potuto evitarlo, lo avrei evitato, se avessi potuto evitare di applicare una legge severa come il decreto ministeriale 70, l’avrei evitato, se avessi potuto disporre del personale necessario per far funzionare tutte le strutture, avrei lasciato tutto come stava. La sanità pugliese – ha aggiunto Emiliano parlando alla platea – a parità di abitanti con quelli dell’Emilia Romagna, ha 15.000 addetti in meno, però dobbiamo garantire gli stessi Lea (livelli di assistenza). Questo è il sistema – ha spiegato il presidente della Regione – e stiamo cercando di combattere, soprattutto nelle regioni del Sud, perché il criterio di ripartizione del fondo sanitario nazionale è quello della mobilità passiva, cioè se non sei in grado di tenerti i pazienti in casa, per tutte le ragioni che abbiamo detto, ti danno ancora meno soldi. In sanità si premiamo quelli molto ricchi, e regioni che hanno molta disponibilità e il decreto ministeriale 70, che in Lombardia non viene nemmeno applicato, se non avessimo fatto subito il piano di riordino, ci avrebbero bloccato le assunzioni».

Emiliano ha poi riferito che la sanità pugliese sta assumendo 1.000 medici e 2.000 operatori sanitari, più la stabilizzazione di 1.700 persone, che lavorano dal 2001, quando c’era il blocco delle assunzioni. Il direttore generale della Asl, Delle Donne, ha parlato di “deospedalizzazione” e di “Nuovo setting assistenziale” dell’ospedale di Trani. Sono previsti una nuova dialisi, l’Rsa, l’ospedale di comunità, l’installazione della risonanza magnetica, la ristrutturazione degli ambienti che ospitano gli ambulatori già operanti. Con l’arrivo dell’estate, essendo Trani un centro turistico, è previsto un punto di primo intervento «attivo all’interno della postazione medicalizzata, quindi dentro l’ambiente dell’ex pronto soccorso, con 11 persone adibite h 24 e con tre ambulanze, ma altresì ci saranno tutti i profili medici degli ambulatori – ha detto il direttore generale – che aiuteranno il percorso dell’emergenza urgenza. Una cosa però bisogna chiarirla – ha concluso Delle Donne – che un infarto, un ictus, devono essere presi in carico da un ospedale di primo livello e di secondo livello, che già esistono sul territorio e che si trovano a distanza massima di 10 chilometri da qui».