Tutti ci siamo dilettati in questi giorni (anche da dilettanti, si gioca sull’etimologia, in fondo) nello spruzzare qua e là, tra post, testate, testine acide e prevenute o devote e tese agli “slurp” più maleodoranti, colpa dei calzoni agli sponzali, tutti ci siamo buttati nella solita analisi politica post numero legale mancante in “supplizio” comunale.
Un mix di frasi fratte, frasi fatte, luoghi comuni, formule trite e ritrite sin dai tempi in cui, nei primi consigli di metà anni 90, malauguratamente, i consiglieri comunali cominciarono a contare qualcosa in fatto di numeri e approvazioni di provvedimenti, coi nuovi criteri (prima votavano il sindaco, ma non ricattavano, si affermava chi valeva, poi gli altri giustamente erano consegnati all’oblio).
È da allora che ci stanno i consiglieri che non si presentano, che ricattano, che giocano a Bari e a Napoli, che si tirano la calzetta. E da allora, fino ad oggi, ci tocca scrivere (e leggere) le solite predichette contro questi soggetti che in verità, in molti casi, non meriterebbero considerazione, visibilità, pubblicità gratuita. Poi, certo, dipende dalla re- azione del Sindaco che hanno difronte: chi li prende per il colletto, chi li prega in ginocchio, chi si dimette e manda se stesso e loro a casa, chi li accontenta tutti, dal più “lercio”, più somigliante al politico impersonato da Antonio Albanese (quello del “più pilu pe’ tutti), al più anonimo, che passa senza che alcuno se ne accorga, tranne il suo portamonete (portafoglio mi sembra troppo dignitoso), fino a qualche effettivamente bravo.
Alla fine questo ci resta: un po’ d’indignazione che non smuove certo le coscienze di alcun politicante, qualche “tema” da quinta elementare che sembra debba finire con la frase: “Speriamo che il nuovo anno porti consiglio e non succedano più le cose brutte viste fino ad ora”, qualche post al veleno dei pochi non accontentati dall’Amministrazione del momento (che, visto l’andazzo, dovranno sentirsi dei frustrati, falliti e anche un po’ str**). Restano le analisi inutili, a cominciare da questa, sui numeri di fine mandato dell’Amministrazione Bottaro, che ormai non interessano quasi più a nessuno, poiché il grosso dei disastri è stato compiuto, in svariati settori del vivere quotidiano (vi risparmio l’elenco da lista della spesa), ma il de profundis della Sanità, l’illuminazione cimiteriale e la barzelletta dei lavori cominciati e sospesi in svariati punti, a cominciare dal passaggio a livello in via Corato, restano le “pietre” della vergogna massima.
E speriamo che l’anno prossimo Trani sia più felice, ricca di luci e che le persone siano più buone. Maestra, posso consegnare?




































